Patto Molotov-Ribbentrop: differenze tra le versioni

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=== Patto Orientale, "Sicurezza Collettiva", diplomazia sovietica ===
=== Patto Orientale, "Sicurezza Collettiva", diplomazia sovietica ===
La diplomazia sovietica, a causa dei (realistici e fondati, viste le azioni della diplomazia "democratica" occidentale) timori in merito ad una possibile alleanza, o quantomeno connivenza, tra le "democrazie" occidentali e la Germania in funzione anti-sovietica, si mosse con lo scopo principale di creare una sorta di "Sicurezza Collettiva" europea in funzione difensiva e anti-tedesca. I primi approcci si ebbero tra la Francia e l'Unione Sovietica, allo scopo di fondare un "Patto Orientale", ossia un patto di mutua assistenza, militare ed economica, tra i due paesi. Il Commissario del Popolo per gli Affari Esteri, Maksim Litvinov, inviò i primi telegrammi e le prime comunicazioni diplomatiche riguardanti questo proposito già dall'Ottobre del 1933, ma una prima risposta, a causa della turbolenza delle politiche interne alla Francia, dovute ad una forte polarizzazione politica con l'ultradestra da una parte e il Fronte Popolare dall'altra, si ebbe solo nell'Aprile del 1934<small>[[Patto Molotov-Ribbentrop#Note|[6]]]</small>.  
La diplomazia sovietica, a causa dei (realistici e fondati, viste le azioni della diplomazia "democratica" occidentale) timori in merito ad una possibile alleanza, o quantomeno connivenza, tra le "democrazie" occidentali e la Germania in funzione anti-sovietica, si mosse con lo scopo principale di creare una sorta di "Sicurezza Collettiva" europea in funzione difensiva e anti-tedesca. I primi approcci si ebbero tra la Francia e l'Unione Sovietica, allo scopo di fondare un "Patto Orientale", ossia un patto di mutua assistenza, militare ed economica, tra i due paesi. Il Commissario del Popolo per gli Affari Esteri, Maksim Litvinov, inviò i primi telegrammi e le prime comunicazioni diplomatiche riguardanti questo proposito già dall'Ottobre del 1933, e un primo incontro il 31 dello stesso mese si ebbe tra Litvinov e il ministro degli esteri francese Joseph Paul-Boncour per un ingresso dell'Unione Sovietica nella Società delle Nazioni, ma una prima risposta vera e propria a questa proposta, a causa della turbolenza delle politiche interne alla Francia, dovute ad una forte polarizzazione politica con l'ultradestra da una parte e il Fronte Popolare dall'altra, si ebbe solo nell'Aprile del 1934<small>[[Patto Molotov-Ribbentrop#Note|[6]]]</small>. La bozza della proposta di un Patto Orientale includeva l'ingresso di paesi come la Cecoslovacchia, la Polonia e le repubbliche delle banane dei baltici.
 


=== Patto di Monaco e spartizione della Cecoslovacchia ===
=== Patto di Monaco e spartizione della Cecoslovacchia ===

Versione delle 21:14, 10 set 2024

Il Trattato di non aggressione tra la Germania e l'Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche, altresì noto come Patto Molotov-Ribbentrop o Patto Molotov-Von Ribbentrop, dai cognomi dei ministri degli esteri e co-firmatari del trattato, e chiamato dalla propaganda anticomunista erroneamente come Patto Hitler-Stalin o Patto Nazi-Sovietico, fu un trattato di non aggressione tra la Germania Hitleriana e l'Unione Sovietica, firmato a Mosca il 23 agosto del 1939, una settimana prima dell'invasione tedesca della Polonia. Il trattato, che sanciva una politica di non-belligeranza tra i due paesi, e che aveva stabilito delle "zone di influenza" reciproche in Polonia e nell'est europa limitrofo ai confini sovietici, non era affatto, come viene invece affermato dalla stragrande maggioranza dei media mainstream e della propaganda anticomunista, un "trattato di alleanza". Un'altra comune menzogna in merito al trattato è che esso avesse sancito una "spartizione" della Polonia tra Germania e URSS che richiamasse le antiche spartizioni della Confederazione Polacco-Lituana del XV e XVI secolo. Il trattato, che sarebbe dovuto durare 10 anni, fu interrotto nel 1941, dopo solo due anni, a seguito dell'invasione tedesca dell'Unione Sovietica e l'inizio della Grande Guerra Patriottica. Per tutta la durata degli anni 30 l'Unione Sovietica aveva riconosciuto la minaccia rappresentata dalla Germania governata da Hitler, che nel suo Mein Kampf aveva scritto più volte che uno dei suoi obiettivi politici principali fosse la conquista e sottomissione dei "popoli slavi inferiori" e la trasformazione di gran parte della Russia europea in un avamposto coloniale tedesco; al punto da aver stipulato patti di mutua assistenza con la Francia e con la Cecoslovacchia, oltre al tentativo di perseguire un più grande progetto di "Sicurezza Collettiva" in chiave anti-nazista e anti-tedesca con le potenze rappresentanti le cosiddette "democrazie liberali" borghesi occidentali. Tale progetto fallì a causa dell'atteggiamento attendista e "pacifista" di Francia e Regno Unito, "potenze" dell'Intesa vincitrice della Prima Guerra Mondiale, che volevano favorire un conflitto tra Germania e Unione Sovietica, questo perché, agli occhi di molti politici, sia britannici che francesi (si pensi al Lord Halifax o a Eduard Daladier) la Germania Hitleriana era vista come uno dei "mali minori" rispetto alla "minaccia del bolscevismo", e bisogna ricordare che durante la Seconda Guerra Mondiale l'apertura di un "secondo fronte" vero e proprio, che minacciasse la Germania da ovest per davvero (escludendo quindi lo sbarco in Sicilia e l'armistizio di Cassibile, insignificanti per i piani strategici tedeschi) fu aperto solo con lo Sbarco in Normandia del giugno del 1944, ossia in contemporanea alla totale distruzione delle armate tedesche da parte dei sovietici nell'Operazione Bagration, che segnò la fine definitiva, insieme alla battaglia di Stalingrado, della Germania e dei suoi alleati da un punto di vista militare, e che numerosi capitalisti statunitensi, come la famiglia Bush o lo stilista Hugo Boss, fecero la propria fortuna commerciando (petrolio e capi d'abbigliamento rispettivamente) con la Germania. In merito a questi ed altri argomenti legati al trattato, lo scopo di questa voce, in virtù delle numerosi fonti a disposizione, è di dimostrare la verità storica, e smentire definitivamente narrative anticomuniste, come quella dell'Unione Europea e della sua equiparazione tra socialismo reale e nazifascismo nel nome della "lotta contro tutte le dittature" e dei più pratici contentini alle giunte russofobe dei Baltici e della Polonia in chiave anti-russa. Persino storici come Alessandro Barbero, "comunista" aderente alle tesi revisioniste e chruščëviane, hanno riconosciuto e riconoscono che il trattato fu tutt'altro che una "alleanza di dittature", ma semplicemente un patto stipulato obtorto collo da entrambe le parti per la necessità tattica di una "tregua" a breve termine per l'inevitabile e futuro scontro che sarebbe poi avvenuto due anni dopo la stipula del trattato[1].

Antefatti

Breve schema che mostra tutti i paesi europei che, dal 1933 (anno di ascesa al governo di Hitler) al 1939 (anno di invasione della Polonia), hanno stipulato trattati di non aggressione e/o accordi commerciali con la Germania; notare che l'URSS fu l'ULTIMO PAESE a stipulare uno di questi trattati

"Appeasement", trattati tra le "democrazie" occidentali e la Germania Hitleriana

Con l'ascesa al potere di Hitler e del suo partito in Germania nel 1933, le ex potenze dell'Intesa vincitrici della Prima Guerra Mondiale, ossia le cosiddette "democrazie liberali" di Francia e Regno Unito, ufficialmente per "evitare una nuova carneficina", ma in realtà per sfruttare il nuovo governo della Germania e favorire una guerra contro l'URSS di Stalin, reputata il "peggiore dei mali", iniziarono ad approcciarsi diplomaticamente al nuovo corso tedesco con una strategia che la storiografia anglosassone definisce "appeasement", ossia "pacifismo" o "pacificazione". Il primo dei trattati, un semplice accordo diplomatico senza alcun significato pratico (per il momento) fu il "Patto a Quattro", proposto dall'Italia di Mussolini e firmato a Palazzo Venezia da Italia, Germania, Regno Unito e Francia, per quanto il parlamento francese si fosse opposto ad una vera e propria ratificazione, che avvenne solo da parte di Italia, Germania e Regno Unito. A tale accordo seguì, l'anno successivo, ossia il 1934, un patto di non-aggressione tra Germania e Polonia. Nel 1935 a questi due accordi segue l'accordo navale Anglo-Tedesco con cui il Regno Unito, senza essersi consultato con la Francia e in violazione del trattato di Versailles, permette alla Germania il riarmamento navale e la ri-costruzione della propria marina, ritenendo ufficialmente che la Germania non volesse effettivamente porre di nuovo una minaccia bellica; in realtà, sin dal 1933, quando è salito al governo, Hitler aveva in mente come primo scopo il riarmamento a scopo bellico e il ripristino della macchina bellica tedesca, soprattutto allo scopo di conquistare lo "spazio vitale" dell'est dell'Europa e della Russia europea, come attesta una riunione avvenuta tra governo e vertici militari tedeschi l'8 febbraio del 1933[2]. In merito il ministro degli esteri britannico, Lord Halifax, il 19 novembre del 1937, durante una visita a Berlino, ebbe da descrivere in modo molto lusinghiero la Germania e il governo di "herr Hitler", ritenendolo un «importante alleato» e un «baluardo contro il bolscevismo»[3]. Anche il primo ministro britannico Chamberlain, nel 1938, ebbe da fare una dichiarazione simile, affermando di provare «la più profonda sfiducia verso la Russia»[4]. All'inizio del 1938, a marzo, la Germania diede avvio all'Anschluss, l'occupazione e annessione forzata dell'Austria alla Germania tramite plebisciti farsa, permessa dalle potenze occidentali senza battere ciglio. Barbero nota che, in questo momento storico, la macchina bellica tedesca, tutt'altro che invincibile, pare abbia subito parecchi colpi in questa breve operazione che in realtà non ha richiesto il minimo combattimento militare, al punto che il 70% dei veicoli e macchinari bellici tedeschi, nel tragitto fino a Vienna, si ruppero, dimostrando quindi che la Germania era tutt'altro che la temibile potenza militare contro cui era necessaria una politica "attendista" e di "preparazione"[5].

Patto Orientale, "Sicurezza Collettiva", diplomazia sovietica

La diplomazia sovietica, a causa dei (realistici e fondati, viste le azioni della diplomazia "democratica" occidentale) timori in merito ad una possibile alleanza, o quantomeno connivenza, tra le "democrazie" occidentali e la Germania in funzione anti-sovietica, si mosse con lo scopo principale di creare una sorta di "Sicurezza Collettiva" europea in funzione difensiva e anti-tedesca. I primi approcci si ebbero tra la Francia e l'Unione Sovietica, allo scopo di fondare un "Patto Orientale", ossia un patto di mutua assistenza, militare ed economica, tra i due paesi. Il Commissario del Popolo per gli Affari Esteri, Maksim Litvinov, inviò i primi telegrammi e le prime comunicazioni diplomatiche riguardanti questo proposito già dall'Ottobre del 1933, e un primo incontro il 31 dello stesso mese si ebbe tra Litvinov e il ministro degli esteri francese Joseph Paul-Boncour per un ingresso dell'Unione Sovietica nella Società delle Nazioni, ma una prima risposta vera e propria a questa proposta, a causa della turbolenza delle politiche interne alla Francia, dovute ad una forte polarizzazione politica con l'ultradestra da una parte e il Fronte Popolare dall'altra, si ebbe solo nell'Aprile del 1934[6]. La bozza della proposta di un Patto Orientale includeva l'ingresso di paesi come la Cecoslovacchia, la Polonia e le repubbliche delle banane dei baltici.

Patto di Monaco e spartizione della Cecoslovacchia

Bibliografia

Note

    1. Barbero, 2014, minutaggio 46:24 in poi
    2. Maiolo, 1998, p.22
    3. Barbero, 2014,, minutaggio 6:52
    4. Thampi, 1990, citato in Infrawiki
    5. Barbero, 2014, minutaggio 11:54-12:17
    6. New York Times, 30 aprile 1934
    7. Latinski, 1992, citato anche in Infrawiki