Patto Molotov-Ribbentrop: differenze tra le versioni

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=== Patto di Monaco e spartizione della Cecoslovacchia ===
=== Patto di Monaco e spartizione della Cecoslovacchia ===
Come già accennato nel precedente sub-paragrafo, il 30 settembre del 1938, a Monaco, i rappresentanti di Germania, Italia, Francia e Regno Unito firmarono il "Patto di Monaco", ossia un patto con cui le "democrazie" occidentali riconoscevano e avallavano l'annessione tedesca della regione cecoslovacca dei sudeti. Come già accennato, a questa spartizione partecipò anche il governo fascista polacco. È importante precisare che in questo momento storico, e fino al settembre del 1939, la diplomazia polacca era ancora convinta di poter formare una qualche sorta di alleanza con la Germania in funzione antisovietica. Nello specifico, i piani polacchi erano quelli di formare un'alleanza polacco-tedesca e di attaccare l'Unione Sovietica, di modo che la Polonia potesse conquistare ulteriori territori della repubblica sovietica ucraina e avere "uno sbocco sul mar nero". Di questo ce ne parla Von Ribbentrop, il quale discusse in merito con il ministro degli esteri polacco, suo omologo, Józef Beck:


«2. Ho poi parlato ancora una volta con M. Beck della politica che Polonia e Germania avrebbero dovuto seguire nei confronti dell'Unione Sovietica e, a questo proposito, ho parlato anche della questione della Grande Ucraina e ho proposto di nuovo una collaborazione tedesco-polacca in questo campo. M. Beck non ha fatto mistero del fatto che la Polonia aveva aspirazioni dirette verso l'Ucraina sovietica e un collegamento con il Mar Nero; ma allo stesso tempo ha richiamato l'attenzione sui presunti pericoli per la Polonia che, secondo la visione polacca, sarebbero derivati ​​da un trattato con la Germania diretto contro l'Unione Sovietica. Per quanto riguarda il futuro dell'Unione Sovietica, inoltre, sosteneva che l'Unione Sovietica si sarebbe disintegrata a causa del decadimento interno o, per evitare questo destino, avrebbe prima raccolto tutte le sue forze e poi attaccato. Ho condannato la passività dell'atteggiamento di M. Beck e ho affermato che era più opportuno anticipare lo sviluppo da lui previsto e agire contro l'Unione Sovietica tramite propaganda. A mio parere, nessun pericolo per la Polonia poteva derivare da un'adesione alle potenze anti-Comintern; al contrario, se la Polonia si trovasse sulla nostra stessa barca, non potrebbe che ottenere maggiore sicurezza.<small>[[Patto Molotov-Ribbentrop#Note|[10]]]</small>.»




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* [https://www.prlib.ru/en/node/1297017 Memoranda from Soviet People’s Commissar of Foreign Affairs M. Litvinov to J. Stalin with instructions for talks with France on signing the Eastern Pact and the admission of the USSR to the League of Nations, talks with Romania on Soviet-Romanian relations, the conference on disarmament and other matters - Maksim Litvinov (1934)] (in Russo)
* [https://www.prlib.ru/en/node/1297017 Memoranda from Soviet People’s Commissar of Foreign Affairs M. Litvinov to J. Stalin with instructions for talks with France on signing the Eastern Pact and the admission of the USSR to the League of Nations, talks with Romania on Soviet-Romanian relations, the conference on disarmament and other matters - Maksim Litvinov (1934)] (in Russo)
* [https://msuweb.montclair.edu/~furrg/research/mlg09/did_ussr_invade_poland.html Did the Soviet Union Invade Poland in September 1939? - Grover Furr]
* [https://msuweb.montclair.edu/~furrg/research/mlg09/did_ussr_invade_poland.html Did the Soviet Union Invade Poland in September 1939? - Grover Furr]
 
* [https://archive.org/details/DocumentsOnGermanForeignPolicy-SeriesD-VolumeV-June1937-March/page/n253/mode/2up  Documents on German Foreign Policy - Series D - Volume V - June 1937 - March 1939.pdf]
== Note ==
== Note ==
<ol>1. Barbero, 2014, minutaggio 46:24 in poi<br>
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8. Litvinov, 1934, p.54-58, citato in Prolewiki<br>
8. Litvinov, 1934, p.54-58, citato in Prolewiki<br>
9. Latinski, 1992, p.94-95, citato anche in Infrawiki<br>
9. Latinski, 1992, p.94-95, citato anche in Infrawiki<br>
10. Documents on German Foreign Policy - Series D - Volume V - June 1937 - March 1939.pdf, p.168, citato parzialmnte anche in Furr<br>

Versione delle 22:13, 10 set 2024

Il Trattato di non aggressione tra la Germania e l'Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche, altresì noto come Patto Molotov-Ribbentrop o Patto Molotov-Von Ribbentrop, dai cognomi dei ministri degli esteri e co-firmatari del trattato, e chiamato dalla propaganda anticomunista erroneamente come Patto Hitler-Stalin o Patto Nazi-Sovietico, fu un trattato di non aggressione tra la Germania Hitleriana e l'Unione Sovietica, firmato a Mosca il 23 agosto del 1939, una settimana prima dell'invasione tedesca della Polonia. Il trattato, che sanciva una politica di non-belligeranza tra i due paesi, e che aveva stabilito delle "zone di influenza" reciproche in Polonia e nell'est europa limitrofo ai confini sovietici, non era affatto, come viene invece affermato dalla stragrande maggioranza dei media mainstream e della propaganda anticomunista, un "trattato di alleanza". Un'altra comune menzogna in merito al trattato è che esso avesse sancito una "spartizione" della Polonia tra Germania e URSS che richiamasse le antiche spartizioni della Confederazione Polacco-Lituana del XV e XVI secolo. Il trattato, che sarebbe dovuto durare 10 anni, fu interrotto nel 1941, dopo solo due anni, a seguito dell'invasione tedesca dell'Unione Sovietica e l'inizio della Grande Guerra Patriottica. Per tutta la durata degli anni 30 l'Unione Sovietica aveva riconosciuto la minaccia rappresentata dalla Germania governata da Hitler, che nel suo Mein Kampf aveva scritto più volte che uno dei suoi obiettivi politici principali fosse la conquista e sottomissione dei "popoli slavi inferiori" e la trasformazione di gran parte della Russia europea in un avamposto coloniale tedesco; al punto da aver stipulato patti di mutua assistenza con la Francia e con la Cecoslovacchia, oltre al tentativo di perseguire un più grande progetto di "Sicurezza Collettiva" in chiave anti-nazista e anti-tedesca con le potenze rappresentanti le cosiddette "democrazie liberali" borghesi occidentali. Tale progetto fallì a causa dell'atteggiamento attendista e "pacifista" di Francia e Regno Unito, "potenze" dell'Intesa vincitrice della Prima Guerra Mondiale, che volevano favorire un conflitto tra Germania e Unione Sovietica, questo perché, agli occhi di molti politici, sia britannici che francesi (si pensi al Lord Halifax o a Eduard Daladier) la Germania Hitleriana era vista come uno dei "mali minori" rispetto alla "minaccia del bolscevismo", e bisogna ricordare che durante la Seconda Guerra Mondiale l'apertura di un "secondo fronte" vero e proprio, che minacciasse la Germania da ovest per davvero (escludendo quindi lo sbarco in Sicilia e l'armistizio di Cassibile, insignificanti per i piani strategici tedeschi) fu aperto solo con lo Sbarco in Normandia del giugno del 1944, ossia in contemporanea alla totale distruzione delle armate tedesche da parte dei sovietici nell'Operazione Bagration, che segnò la fine definitiva, insieme alla battaglia di Stalingrado, della Germania e dei suoi alleati da un punto di vista militare, e che numerosi capitalisti statunitensi, come la famiglia Bush o lo stilista Hugo Boss, fecero la propria fortuna commerciando (petrolio e capi d'abbigliamento rispettivamente) con la Germania. In merito a questi ed altri argomenti legati al trattato, lo scopo di questa voce, in virtù delle numerosi fonti a disposizione, è di dimostrare la verità storica, e smentire definitivamente narrative anticomuniste, come quella dell'Unione Europea e della sua equiparazione tra socialismo reale e nazifascismo nel nome della "lotta contro tutte le dittature" e dei più pratici contentini alle giunte russofobe dei Baltici e della Polonia in chiave anti-russa. Persino storici come Alessandro Barbero, "comunista" aderente alle tesi revisioniste e chruščëviane, hanno riconosciuto e riconoscono che il trattato fu tutt'altro che una "alleanza di dittature", ma semplicemente un patto stipulato obtorto collo da entrambe le parti per la necessità tattica di una "tregua" a breve termine per l'inevitabile e futuro scontro che sarebbe poi avvenuto due anni dopo la stipula del trattato[1].

Antefatti

Breve schema che mostra tutti i paesi europei che, dal 1933 (anno di ascesa al governo di Hitler) al 1939 (anno di invasione della Polonia), hanno stipulato trattati di non aggressione e/o accordi commerciali con la Germania; notare che l'URSS fu l'ULTIMO PAESE a stipulare uno di questi trattati

"Appeasement", trattati tra le "democrazie" occidentali e la Germania Hitleriana

Con l'ascesa al potere di Hitler e del suo partito in Germania nel 1933, le ex potenze dell'Intesa vincitrici della Prima Guerra Mondiale, ossia le cosiddette "democrazie liberali" di Francia e Regno Unito, ufficialmente per "evitare una nuova carneficina", ma in realtà per sfruttare il nuovo governo della Germania e favorire una guerra contro l'URSS di Stalin, reputata il "peggiore dei mali", iniziarono ad approcciarsi diplomaticamente al nuovo corso tedesco con una strategia che la storiografia anglosassone definisce "appeasement", ossia "pacifismo" o "pacificazione". Il primo dei trattati, un semplice accordo diplomatico senza alcun significato pratico (per il momento) fu il "Patto a Quattro", proposto dall'Italia di Mussolini e firmato a Palazzo Venezia da Italia, Germania, Regno Unito e Francia, per quanto il parlamento francese si fosse opposto ad una vera e propria ratificazione, che avvenne solo da parte di Italia, Germania e Regno Unito. A tale accordo seguì, l'anno successivo, ossia il 1934, un patto di non-aggressione tra Germania e Polonia. Nel 1935 a questi due accordi segue l'accordo navale Anglo-Tedesco con cui il Regno Unito, senza essersi consultato con la Francia e in violazione del trattato di Versailles, permette alla Germania il riarmamento navale e la ri-costruzione della propria marina, ritenendo ufficialmente che la Germania non volesse effettivamente porre di nuovo una minaccia bellica; in realtà, sin dal 1933, quando è salito al governo, Hitler aveva in mente come primo scopo il riarmamento a scopo bellico e il ripristino della macchina bellica tedesca, soprattutto allo scopo di conquistare lo "spazio vitale" dell'est dell'Europa e della Russia europea, come attesta una riunione avvenuta tra governo e vertici militari tedeschi l'8 febbraio del 1933[2]. In merito il ministro degli esteri britannico, Lord Halifax, il 19 novembre del 1937, durante una visita a Berlino, ebbe da descrivere in modo molto lusinghiero la Germania e il governo di "herr Hitler", ritenendolo un «importante alleato» e un «baluardo contro il bolscevismo»[3]. Anche il primo ministro britannico Chamberlain, nel 1938, ebbe da fare una dichiarazione simile, affermando di provare «la più profonda sfiducia verso la Russia»[4]. All'inizio del 1938, a marzo, la Germania diede avvio all'Anschluss, l'occupazione e annessione forzata dell'Austria alla Germania tramite plebisciti farsa, permessa dalle potenze occidentali senza battere ciglio. Barbero nota che, in questo momento storico, la macchina bellica tedesca, tutt'altro che invincibile, pare abbia subito parecchi colpi in questa breve operazione che in realtà non ha richiesto il minimo combattimento militare, al punto che il 70% dei veicoli e macchinari bellici tedeschi, nel tragitto fino a Vienna, si ruppero, dimostrando quindi che la Germania era tutt'altro che la temibile potenza militare contro cui era necessaria una politica "attendista" e di "preparazione"[5].

Patto Orientale, "Sicurezza Collettiva", diplomazia sovietica

La diplomazia sovietica, a causa dei (realistici e fondati, viste le azioni della diplomazia "democratica" occidentale) timori in merito ad una possibile alleanza, o quantomeno connivenza, tra le "democrazie" occidentali e la Germania in funzione anti-sovietica, si mosse con lo scopo principale di creare una sorta di "Sicurezza Collettiva" europea in funzione difensiva e anti-tedesca. I primi approcci si ebbero tra la Francia e l'Unione Sovietica, allo scopo di fondare un "Patto Orientale", ossia un patto di mutua assistenza, militare ed economica, tra i due paesi. Il Commissario del Popolo per gli Affari Esteri, Maksim Litvinov, inviò i primi telegrammi e le prime comunicazioni diplomatiche riguardanti questo proposito già dall'Ottobre del 1933, e un primo incontro il 31 dello stesso mese si ebbe tra Litvinov e il ministro degli esteri francese Joseph Paul-Boncour per un ingresso dell'Unione Sovietica nella Società delle Nazioni, ma una prima risposta vera e propria a questa proposta, a causa della turbolenza delle politiche interne alla Francia, dovute ad una forte polarizzazione politica con l'ultradestra da una parte e il Fronte Popolare dall'altra, si ebbe solo nell'Aprile del 1934[6]. La bozza della proposta di un Patto Orientale includeva l'ingresso di paesi come la Cecoslovacchia, la Polonia e le repubbliche delle banane dei baltici. Tale proposta incontrò l'opposizione dei polacchi, che ritennero tale trattato una "Locarno Orientale" che avrebbe a loro dire "spartito i territori". In più, i polacchi temevano che l'ingresso in tale alleanza avrebbe implicato una restituzione dei territori contesi ai rispettivi proprietari, e temevano soprattutto che l'autorizzazione al transito militare per le truppe sovietiche sarebbe significata la "fine della sovranità polacca" sui territori orientali. Per comprendere al meglio questi concetti, è necessario un piccolo excursus sul governo polacco negli anni inter-bellici[7]. In merito si espresse ancora una volta Litvinov, quando, in occasione della conferenza di Ginevra sul disarmo, inviò una richiesta a Stalin, Molotov e altri membri del gabinetto di governo sovietico, richiedendo formalmente l'autorizzazione per sanzionare una proposta di trasformazione della conferenza in una Conferenza sul mantenimento permanente della Pace:

«Inoltre, vorrei chiedere il permesso di fare una proposta per trasformare la Conferenza sul disarmo in una Conferenza permanente di pace. Finora, le conferenze di pace sono state convocate solo dopo guerre sanguinose per dividere il bottino o imporre condizioni umilianti agli sconfitti. Non proporremo la creazione di una conferenza di pace permanente per prevenire le guerre[8]

Nonostante l'interesse, principalmente da parte della Francia, nel continuare queste negoziazioni, i principali sabotatori della stesura di un patto permamente di alleanza e sicurezza collettiva avvenne soprattutto dalla Polonia, che continuò ad essere ostile nei confronti dell'URSS, nonostante l'aumento delle pressioni militari e politiche da parte della Germania e le rivendicazioni di territori di quest'ultima.

I veri motivi dell'intransigenza del governo fascista polacco

Lo stato polacco interbellico, ossia la cosiddetta "Seconda Repubblica Polacca" (identificando implicitamente, secondo la storiografia polacca, la "prima repubblica" nella monarchia oligarchica dei proprietari terrieri del XIV, XV e XVI secolo della Confederazione Polacco-Lituana), definito dalla propaganda anticomunista come un "paese democratico e libero", in realtà era tutt'altro, e questo era risaputo sia all'epoca, sia durante e dopo la Seconda Guerra Mondiale; la propaganda anticomunista della Guerra Fredda ha creato questo anacronismo e, quindi, questo pregiudizio senza alcun fondamento storiografico. In realtà la Polonia, dopo dei primi anni molto turbolenti dell'immediato post-bellico, fu vittima di un colpo di stato avvenuto nei giorni dal 12 al 14 Maggio del 1926 da parte del maresciallo Józef Piłsudski, il quale, volenteroso nell'emulare il suo amico Mussolini e la Marcia su Roma dell'Ottobre del 1922, instaurò un governo para-fascista, militarista e anti-democratico denominato Sanacja ("Risanamento"). Da allora e fino alla sua morte nel 1935, il caudillo polacco, pur non assumendo cariche pubbliche, ad eccezione del Ministero della Guerra polacco, fu il di fatto Capo di Stato del paese. È bene sottolineare che la Polonia, lungi dall'essere uno stato omogeneo o stabile o dove tutti i gruppi etnici e linguistici vivevano in armonia, d'amore e d'accordo, aveva in realtà iniziato, dapprima ufficiosamente, e poi a seguito del golpe del 1926 ufficialmente, una politica di "polonizzazione" ai danni degli ebrei e dei bielorussi e ucraini dei territori orientali allora controllati dalla "Seconda Repubblica Polacca". La Polonia, sin dagli anni 1922-24, con la pace di Riga, in realtà, aveva ottenuto il controllo, approfittando dell'esaurimento militare della nascente Unione Sovietica, dei territori occidentali dell'attuale Bielorussia e Ucraina, territori abitati da popolazioni tutt'altro che amichevoli nei confronti dei polacchi. È bene sottolineare che queste "conquiste" polacche non furono fatte solo ai danni di queste popolazioni, ma anche ai danni delle repubbliche baltiche e nello specifico della Lituania, la cui "capitale storica", Vilnius, fu incorporata nello stato polacco a sua volta. I fascisti polacchi, non paghi di queste "vittorie" ai danni anche dei loro alleati, negli anni 20 e 30, su iniziativa del maresciallo Piłsudski, iniziarono una politica nota come "prometeismo", costituita di finanziamenti e supporto tattico a tutti gli eventuali movimenti nazionalisti e secessionisti non-russi all'interno dell'Unione Sovietica; tali politiche sono documentate e ammesse anche nelle "enciclopedie" e piattaforme di informazione guidate e pilotate dal mainstream liberal-capitalista come Wikipedia. All'epoca del Patto di Monaco (che viene approfondito nella sub-sezione immediatamente successiva), la Polonia, senza comunicare e senza autorizzazione di Francia e Regno Unito, partecipò alla spartizione della Cecoslovacchia e, mentre la Germania occupò la zona dei Sudeti, la Polonia occupò i territori di Zaolzie e Javorina e parte dell'area limitrofa a Cieszyn, aree che all'epoca, come oggi, erano popolate soltanto in minoranza da polacchi. Ciò avvenne anche col beneplacito della Germania e l'avallo di Hitler[9].

Patto di Monaco e spartizione della Cecoslovacchia

Come già accennato nel precedente sub-paragrafo, il 30 settembre del 1938, a Monaco, i rappresentanti di Germania, Italia, Francia e Regno Unito firmarono il "Patto di Monaco", ossia un patto con cui le "democrazie" occidentali riconoscevano e avallavano l'annessione tedesca della regione cecoslovacca dei sudeti. Come già accennato, a questa spartizione partecipò anche il governo fascista polacco. È importante precisare che in questo momento storico, e fino al settembre del 1939, la diplomazia polacca era ancora convinta di poter formare una qualche sorta di alleanza con la Germania in funzione antisovietica. Nello specifico, i piani polacchi erano quelli di formare un'alleanza polacco-tedesca e di attaccare l'Unione Sovietica, di modo che la Polonia potesse conquistare ulteriori territori della repubblica sovietica ucraina e avere "uno sbocco sul mar nero". Di questo ce ne parla Von Ribbentrop, il quale discusse in merito con il ministro degli esteri polacco, suo omologo, Józef Beck:

«2. Ho poi parlato ancora una volta con M. Beck della politica che Polonia e Germania avrebbero dovuto seguire nei confronti dell'Unione Sovietica e, a questo proposito, ho parlato anche della questione della Grande Ucraina e ho proposto di nuovo una collaborazione tedesco-polacca in questo campo. M. Beck non ha fatto mistero del fatto che la Polonia aveva aspirazioni dirette verso l'Ucraina sovietica e un collegamento con il Mar Nero; ma allo stesso tempo ha richiamato l'attenzione sui presunti pericoli per la Polonia che, secondo la visione polacca, sarebbero derivati ​​da un trattato con la Germania diretto contro l'Unione Sovietica. Per quanto riguarda il futuro dell'Unione Sovietica, inoltre, sosteneva che l'Unione Sovietica si sarebbe disintegrata a causa del decadimento interno o, per evitare questo destino, avrebbe prima raccolto tutte le sue forze e poi attaccato. Ho condannato la passività dell'atteggiamento di M. Beck e ho affermato che era più opportuno anticipare lo sviluppo da lui previsto e agire contro l'Unione Sovietica tramite propaganda. A mio parere, nessun pericolo per la Polonia poteva derivare da un'adesione alle potenze anti-Comintern; al contrario, se la Polonia si trovasse sulla nostra stessa barca, non potrebbe che ottenere maggiore sicurezza.[10]


Bibliografia

Note

    1. Barbero, 2014, minutaggio 46:24 in poi
    2. Maiolo, 1998, p.22
    3. Barbero, 2014,, minutaggio 6:52
    4. Thampi, 1990, citato in Infrawiki
    5. Barbero, 2014, minutaggio 11:54-12:17
    6. New York Times, 30 aprile 1934
    7. Pilarski, 2021
    8. Litvinov, 1934, p.54-58, citato in Prolewiki
    9. Latinski, 1992, p.94-95, citato anche in Infrawiki
    10. Documents on German Foreign Policy - Series D - Volume V - June 1937 - March 1939.pdf, p.168, citato parzialmnte anche in Furr