Tentativo di Contro-Rivoluzione in Ungheria del 1956

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Il tentativo di contro-rivoluzione in Ungheria del 1956, comunemente definito dall'agiografia anticomunista con il titolo ironico di "rivoluzione ungherese del 1956", noto anche come "fatti d'Ungheria", fu un tentativo di stravolgimento politico del regime di democrazia popolare instauratosi in Ungheria dal 1949, avvenuto col sostegno delle intelligence occidentali, del Vaticano, della Jugoslavia titista ma soprattutto delle nuove dirigenze revisioniste dell'Unione Sovietica e del nascente Patto di Varsavia all'indomani del "discorso segreto" di Nikita Chruščëv. Lo scopo di questa voce, forte delle diverse fonti a disposizione (molte delle quali, tra l'altro, scritte da storici con una pregiudiziale ideologica kruscioviana e revisionista), è di dimostrare la verità dei fatti avvenuti nel 1956 in Ungheria, a dispetto della propaganda agiografica anticomunista, sia da destra che da "sinistra", che tende a dipingerla come una "rivoluzione pacifica di socialismo dal volto umano stroncata dalla dittatura totalitaria stalinista carrista sovietica". Come si può leggere nei seguenti paragrafi, è chiaro ed evidente non solo che non vi fu alcuna "mano stalinista", ma che tali fatti, sotto Stalin, non sarebbero mai potuti avvenire, in quanto frutto solo e soltanto degli errori e delle concessioni ideologiche e pratiche fatte dal "pagliaccio" (come definito, correttamente, da Ludo Martens) Chruščëv e i suoi accoliti una volta al potere.

Premessa

Bibliografia