Nello Pini
Nello Pini |
Nome Intero | Nello Pini |
Data di nascita | 1922 |
Luogo di nascita | Palagano?, Regno d'Italia[1] |
Data di morte | 21 Luglio 1944 |
Luogo di morte | Montefiorino, Repubblica Partigiana di Montefiorino (oggi Italia) |
Paese servito | |
Specialità | Guerra partigiana |
Forza armata | Fonti insufficienti, ipotizzabile una Brigata organizzata dal CLN |
Grado | Comandante |
Cause della morte | Giustiziato da altri partigiani |
Nello Pini, conosciuto anche come "Nello" è stato un comandante partigiano e antifascista italiano, attivo sui monti modenesi ed in particolare nella autoproclamata Repubblica Partigiana di Montefiorino.
Biografia
Nello Pini fu un comandante partigiano modenese conosciuto in particolar modo per la violenza applicata alle sue azioni ed una certa forma di megalomania, come risalta dalla maggior parte delle fonti[2][3].
Originario di Palagano (ora comune autonomo, allora frazione di Montefiorino), Nello Pini servì nel Regio Esercito come soldato di leva nelle prime fasi della guerra, in seguito fu catturato durante l'inverno del 1943-1944 nei rastrellamenti seguiti al bando Graziani, ma riuscì a rientrare a Palagano dopo qualche giorno, fuggendo rocambolescamente dal carcere di Modena. Testimoni riportarono in seguito che in quell'occasione giurò che piuttosto che farsi prendere ancora, avrebbe ammazzato o si sarebbe fatto ammazzare.
Avvicinatosi all'idea di diventare partigiano dalle parole di don Sante Bartolai, cappellano antifascista di Palagano, e dal contatto con la Pattuglia Rossi (poi divenuta la formazione Giuseppe Barbolini, prima banda partigiana attiva nel modenese) che aveva base nella vicina Monchio, emerse ben presto per audacia e spietatezza, guadagnandosi rapidamente il comando di una formazione autonoma cui partecipavano molti suoi amici e alcuni tra i suoi fratelli.
Recuperate le armi nascoste all'epoca dello sbandamento dell'Accademia di Modena, partecipò, spesso guidandoli, a quasi tutti gli scontri della primavera, tra cui il più celebre, forse, l'assalto alle corriere di fascisti che rientravano a Montefiorino dopo aver catturato don Sante Bartolai il 7 marzo 1944, alla Fornace di Savoniero.
Dopo la Strage di Monchio, Susano e Mostrignano avvenuta il 18 marzo 1944, Nello partecipò alla "vendetta", assalendo il presidio di Cerredolo e facendo strage dei fascisti più anziani dopo la loro resa.
L'eccidio di Montemolino
Il 15 giugno del 1944 a Montemolino di Palagano (MO), quindici agenti disertarono dalla Questura di Modena per unirsi ai partigiani che combattevano nella zona di Montefiorino, sull'Appennino emiliano, dove era stata fondata la Repubblica partigiana di Montefiorino. Quando gli agenti raggiunsero la zona, nonostante avessero una lettera del Comitato di Liberazione Nazionale modenese, con la quale veniva garantita la realizzazione del loro desiderio di unirsi ai partigiani, caddero nelle mani di una formazione guidata dal comandante "Nello", che li accusò di essere spie e decise di fucilarli, insieme alla staffetta partigiana che li accompagnava.
Questo evento fece sì che il comando della Resistenza di Montefiorino fermasse il comandante partigiano, considerato un combattente valoroso ma spietato ed ormai incontrollabile. Il 31 luglio Nello Pini fu condannato a morte dagli stessi partigiani, insieme ad alcuni esponenti della sua unità[4].
Nello Pini fu sepolto nel cimitero di Palagano assieme ai suoi fratelli Antonio e Gisberto, anch'essi morti nel 1944, e Francesco, morto invece nel 1954[5]. E' ipotizzabile che Antonio e Gisberto furono fucilati assieme a Nello il 31 Luglio 1944.
Note
- 1. Dati ipotizzabili ma non noti
2. Montefiorino - I Caduti della Polizia di Stato
3. Anpi Modena - Resistenza Oggi, su emilia-romagna.anpi.it. URL consultato l'11 agosto 2011 (archiviato dall'url originale il 28 ottobre 2014).
4. Fonte: "La Repubblica di Montefiorino" di Ermanno Gorrieri, edizioni il Mulino, Bologna 1966
5. Nello Pini - Find a Grave