Pesca (attività)
La pesca è una delle attività più antiche e diffuse al mondo, praticata sia come fonte di sostentamento che come passatempo. Consiste nel catturare pesci e altre specie acquatiche, come crostacei e molluschi, in ambienti naturali quali mari, fiumi, laghi e oceani. Le tecniche di pesca sono numerose e variano in base alla tradizione, all'area geografica e alle specie che si desidera catturare.
Le forme di pesca più comuni includono la pesca commerciale e quella sportiva. La pesca commerciale è praticata su larga scala ed è una parte fondamentale dell'industria alimentare globale, contribuendo al sostentamento di milioni di persone. La pesca sportiva, invece, è un'attività ricreativa che può essere praticata in acque dolci o salate, utilizzando canne, reti o altre attrezzature specifiche.
Oltre al suo valore economico, la pesca ha un'importanza culturale e storica in molte comunità. Tuttavia, negli ultimi anni, l'eccessivo sfruttamento delle risorse ittiche ha sollevato preoccupazioni ambientali, portando alla necessità di una gestione sostenibile per preservare gli ecosistemi marini e garantire la disponibilità di pesce per le generazioni future.
Regolamentazione della pesca in Italia
In Italia, la pesca è regolata da una serie di leggi e regolamenti volti a garantire la sostenibilità delle risorse marine, la tutela degli ecosistemi e la sicurezza alimentare. La gestione della pesca è divisa tra autorità nazionali e regionali, con l'obiettivo di bilanciare le esigenze economiche e ambientali.
Normativa principale
1. Codice della Navigazione: Regola la pesca marittima, definendo le aree di pesca e le modalità consentite.
2. Leggi nazionali e regionali: La legge quadro più importante è la Legge n. 154 del 2016 ("Collegato Agricoltura"), che riguarda la regolamentazione dell'acquacoltura, della pesca professionale e sportiva. In aggiunta, ogni regione può adottare norme specifiche per la pesca nelle acque interne (fiumi, laghi).
Tipologie di pesca regolamentate
1. Pesca professionale: Include la pesca marittima e quella nelle acque interne per scopi commerciali. Viene regolata dalla Direzione Generale della Pesca Marittima e dell'Acquacoltura (parte del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali), che stabilisce quote, periodi di fermo pesca, tipi di attrezzi e aree di pesca.
- Quote di cattura: Sono fissate in base alle direttive europee e alle condizioni delle risorse ittiche, e determinano la quantità massima di pesce che può essere catturata.
- Fermo biologico: Durante alcuni periodi dell'anno, la pesca viene sospesa in determinate aree per consentire il ripopolamento delle specie.
2. Pesca sportiva e ricreativa: Chi pratica la pesca a livello amatoriale deve rispettare limiti giornalieri di cattura e utilizzare attrezzi regolamentati. È richiesta un'autorizzazione regionale e, in alcuni casi, una licenza, specialmente per la pesca in acque interne.
3. Pesca in acque interne: Le regioni hanno una competenza specifica per regolamentare la pesca in fiumi, laghi e torrenti, stabilendo i limiti di cattura, i periodi di divieto e le specie protette.
Tutela delle specie e degli ecosistemi
- Specie protette: Alcune specie di pesci, come lo storione e il tonno rosso, sono soggette a rigorose limitazioni di cattura o protezioni totali, per evitare l'estinzione.
- Aree protette: Alcune aree marine e fluviali sono designate come riserve naturali, dove la pesca è vietata o fortemente regolamentata, per preservare la biodiversità e gli habitat naturali.
Sanzioni
Chi non rispetta le normative può incorrere in sanzioni amministrative o penali, che includono multe, confisca del pescato o dell'attrezzatura, e nei casi più gravi, sospensione della licenza di pesca.