Brigate Rosse: differenze tra le versioni

Da Xitpedia.
Vai alla navigazioneVai alla ricerca
(Creata pagina con "Le '''Brigate Rosse''' furono un'organizzazione armata di tipo terroristico, attiva in Italia dal 1970 al 1988, e poi dal 1999 al 2003, autoproclamatasi "marxista-leninista" e "comunista", ma che, nei nomi, nelle azioni e nella retorica, è stata tutt'altro. Lo scopo di questa voce, forte delle fonti a disposizione, è di dimostrare, in barba anche a quei sedicenti "compagni", come i militanti del Partito dei CARC o i molti larpers e bimbiminchia trotskoidi, che...")
 
Nessun oggetto della modifica
Riga 2: Riga 2:


== Premessa: infiltrazione dell'estrema destra "a sinistra" ai tempi della Resistenza ==
== Premessa: infiltrazione dell'estrema destra "a sinistra" ai tempi della Resistenza ==
Per poter comprendere la genesi dell'ultrasinistra extraparlamentare degli anni 60 e 70 è necessario fare un passo indietro e analizzare le ultime fasi della Seconda Guerra Mondiale e della Resistenza in Italia. Mentre il PCI, non ancora degenerato e divenuto revisionista, lottava e guidava i partigiani contro i collaborazionisti fascisti e le forze militari tedesche, diverse formazioni "di sinistra" spuntarono come funghi, pubblicando diversi opuscoletti di critica e di forte attacco alla guerra partigiana e al PCI. Già nel dicembre del 1943 il PCI, per tramite di [[Pietro Secchia]] in un comunicato sul giornale clandestino del partito, La Nostra Lotta, in cui avvisava i partigiani, gli operai e i militanti del PCI della vera natura di questi opuscoli di ispirazione trotskista e della "sinistra comunista" bordighiana.
Per poter comprendere la genesi dell'ultrasinistra extraparlamentare degli anni 60 e 70 è necessario fare un passo indietro e analizzare le ultime fasi della Seconda Guerra Mondiale e della Resistenza in Italia. Mentre il PCI, non ancora degenerato e divenuto revisionista, lottava e guidava i partigiani contro i collaborazionisti fascisti e le forze militari tedesche, diverse formazioni "di sinistra" spuntarono come funghi, pubblicando diversi opuscoletti di critica e di forte attacco alla guerra partigiana e al PCI. Già nel dicembre del 1943 il PCI, per tramite di [[Pietro Secchia]] in un comunicato sul giornale clandestino del partito, La Nostra Lotta, in cui avvisava i partigiani, gli operai e i militanti del PCI della vera natura di questi opuscoli di ispirazione trotskista e della "sinistra comunista" bordighiana:
 
''«Gli uomini di Hitler e di Goebbels non potevano certo illudersi di riuscire a fare presa sulle masse operaie italiane con la propaganda nazionalsocialista, antisovietica e antibolscevica, servendosi di strumenti fuori uso quali Mussolini, Pavolini, Farinacci e soci. Come frenare, ostacolare, limitare l’eroica lotta che il proletariato, guidato dal Partito Comunista conduce per la cacciata dei tedeschi dall’Italia e l’annientamento dei rigurgiti del fascismo? Ecco allora saltar fuori i nemici dell’Unione Sovietica e parlare a nome dell’Unione Sovietica, ecco gli autori del Patto antibolscevico parlare a nome del bolscevismo, ecco gli autori del patto anticomintern in combutta col «sinistrismo» denigratore del Comintern parlare a nome dell’Internazionale e protestare per lo scioglimento dell’Internazionale, invocare il nome di Marx e di Lenin, richiamarsi ai principi comunisti per gridare contro la degenerazione, contro l’opportunismo, contro il centrismo dei comunisti. Ma sotto la maschera del "sinistrismo" è facile scorgervi il bieco sanguinario volto del nazi-fascismo. Strappiamo questa maschera, laceriamo il velo e vi scorgeremo il grugno di Hitler. Ogni operaio al quale sia capitato per le mani qualcuno di questi luridi fogli dai titoli altisonanti e dall’etichetta "rivoluzionaria" si sarà certamente reso conto della vera natura del loro contenuto. Bastano a ciò poche riflessioni. I nazisti che oggi occupano i due terzi dell’Italia, sono coloro che da dieci anni opprimono sotto la più feroce dittatura il proletariato tedesco, sono coloro che sono intervenuti per schiacciare la Repubblica popolare Spagnola, sono coloro che hanno scatenato l’attuale guerra mondiale, sono coloro che hanno invaso, saccheggiato, private della loro indipendenza e libertà tutta una serie di paesi d’Europa, sono coloro infine che hanno aggredito, mosso la guerra e invaso l’Unione Sovietica, il paese del Socialismo. Ebbene, questi fogli, "Stella Rossa" e "Prometeo", non dicono una sola parola contro i tedeschi, contro i nazisti, non incitano alla lotta ed alla lotta immediata contro i nazisti tedeschi, al contrario questi luridi fogli attaccano il Partito Comunista perché con tutte le sue forze è sceso in lotta per la cacciata dei tedeschi dall’Italia, perché chiama le masse popolari italiane a lottare con tutti i mezzi, ad insorgere contro i tedeschi ed i fascisti. [...] I tedeschi hanno aggredito e messo a ferro e fuoco vasti territori dell’Unione Sovietica e i "sinistri", uomini di "Prometeo" e di "Stella Rossa", hanno la spudoratezza di proclamare che non bisogna lottare contro i tedeschi, hanno la spudoratezza di predicare l’astensionismo; hanno la spudoratezza di invitare gli operai a non andare nelle formazioni partigiane, hanno la spudoratezza di dire che tra i due contendenti che si battono sul nostro suolo, non vi è possibilità di scelta. Vi è un solo operaio che può avere il minimo dubbio sulla marca di fabbrica di quella "sinistra" propaganda? La marca di fabbrica è quella tedesca: Made in Germany. Come, non vi è possibilità di scelta fra i due contendenti? Ma gli anglo-americani sono oggi gli alleati dell’Unione Sovietica. I tedeschi invece sono gli aggressori, i saccheggiatori dell’Unione Sovietica. Gli anglo-americani sono coloro che assieme all’Unione Sovietica hanno posto come condizione di pace l’annientamento del fascismo e del nazismo, l’abbattimento dei regimi di Hitler, di Mussolini e dei loro satelliti; i tedeschi invece sono coloro che hanno tolta l’indipendenza ai popoli, sono coloro che, occupata l’Italia, hanno subito ricostituito un governo con i Mussolini, i Pavolini e gli altri traditori fascisti. I redattori di "Prometeo" e di "Stella Rossa" accusano il P[artito] C[omunista] di tradire il proletariato italiano perché si è fatto propugnatore del C[omitato] d[i] L[iberazione] N[azionale], perché si è alleato con i Partiti borghesi. Costoro strillano che bisogna farla finita con la democrazia, che la democrazia è la stessa cosa del fascismo. Costoro dicono che bisogna fare
la rivoluzione proletaria, che ci vuole la dittatura del proletariato. [...] Tutti i nemici del nazismo e del fascismo si sono nel corso di questa guerra coalizzati. Hitler, sempre più stretto alla gola da questo potente blocco di forze strilla e grida al bolscevismo: "Si vuole instaurare il bolscevismo in Europa." Alle sue grida fanno eco "Prometeo" e "Stella Rossa" ed altri fogli di tale risma che scrivono: "Oggi noi non dobbiamo lottare contro i tedeschi, ma contro la democrazia, per la dittatura, per il bolscevismo." Sciocchi servitorelli di Hitler! Questo brigante ha bisogno oggi per creare timori, incertezze, esitazioni tra i popoli, per incrinare la compagine delle Nazioni Unite e dei Fronti Nazionali di sbandierare lo spettro del bolscevismo, ed ecco subito trovati i servi ben disposti ‒ coscienti o no ‒ di "Stella Rossa" e di "Prometeo". Ecco queste losche figure levare alte grida al cielo: "Sì, vogliamo il bolscevismo" e lanciare contumelie contro il P[artito] C[omunista] perché avrebbe rinnegato il suo programma. Ogni operaio sa che il nostro Partito, il Partito Comunista, non ha per nulla rinunciato al suo programma e ai suoi obiettivi fondamentali. Ogni operaio sa che gli obiettivi dell’imperialismo anglo-americano non sono gli stessi dell’Unione Sovietica, non sono gli stessi obiettivi delle larghe masse popolari di tutti i paesi, ma ogni operaio sa anche che in questo momento l’Inghilterra e l’America hanno in comune con l’Unione Sovietica e con le masse popolari di tutti i paesi l’obiettivo della sconfitta della Germania, dell’annientamento del nazismo, della restituzione dell’indipendenza e della libertà ai popoli. Ogni operaio sa che il raggiungimento di questi obiettivi è oggi l’interesse fondamentale e preminente della classe operaia di tutti i paesi. Ogni operaio sa che il raggiungimento di tali obiettivi è la premessa essenziale per l’ulteriore avanzata della classe operaia sulla strada della rivoluzione. Oggi nei diversi paesi, ed anche in Italia, si è realizzato un blocco di forze, un blocco di partiti che sono d’accordo di lottare assieme per la cacciata dei tedeschi, per l’annientamento del fascismo, che sono d’accordo di lottare assieme per la realizzazione di un governo di democrazia popolare. I tentativi di Hitler, di Goebbels e dei loro servi, i "sinistri" italiani, per incrinare questo blocco sono ridicoli. [...] Oggi il tradimento più infame è perpetrato da coloro che sotto la maschera di un frasario pseudo-rivoluzionario, massimalista, estremista, predicano la passività, invitano gli operai a starsene neutrali, a non partecipare alla lotta partigiana, aiutando così i tedeschi ad opprimere
il popolo italiano. Costoro cercano di indebolire l’azione che il nostro Partito conduce contro i tedeschi ed i fascisti, tentando di diminuire la sua autorità, predicando l’assenteismo e la passività, tentando di incrinare il blocco delle forze antifasciste, sono dei traditori della Guerra di L[iberazione] N[azionale], si rivelano per degli alleati diretti di Hitler e di Mussolini, costoro, lo sappiano o no, sono dei volgari agenti della Gestapo<small>[[Brigate Rosse#Note|[1]]]</small>.»''
 
[[Processi di Mosca#Cooperazione dei cospirazionisti con Germania, Giappone e altre potenze fasciste dell'epoca|Come è già stato approfondito in altre voci di questa enciclopedia]], le opposizioni "a sinistra" della linea del PCUS, dell'Unione Sovietica e del Comintern nell'epoca immediatamente precedente alla Seconda Guerra Mondiale, e in taluni casi anche durante essa, hanno cooperato, "tatticamente" o meno, con le forze nazi-fasciste pur di andare contro l'Unione Sovietica e il socialismo "degenerato" perché pragmatico anziché perfettamente corrispondente alle infantili utopie dei trotskisti e della "sinistra" di Bordiga. Quest'ultimo, come ammesso anche dai media mainstream borghesi e capitalisti, pur non "collaborando" tatticamente è rispauto che si augurasse. tuttavia, la vittoria della Germania e dei suoi alleati nella guerra<small>[[Brigate Rosse#Note|[2]]]</small>. Ma cosa ha questo a che vedere con l'ultrasinistra degli anni 70 e con le Brigate Rosse? L'organizzazione "Stella Rossa", definita da Pietro Secchia una quinta colonna trotskista, e i cui pamphlet ci sono oggi reminiscenti delle miriadi di analoghi pamphlet delle miriadi di "collettivi" sedicenti "comunisti", di ispiazione anarcoide e trotskista, contro il "campismo" e il progresso storico dell'alternativa multipolare, aveva a capo un uomo, tale Luigi Cavallo (di cui, curiosamente, non esistono fotografie e non sono reperibili da nessuna parte). Come riporta Sergio Flamigni, giornalista ed ex parlamentare nelle commissioni d'inchiesta sulla P2, sulla mafia e sul terrorismo per il PCI:
 
''«Fin dalla metà degli anni Cinquanta, il colonnello Rocca per la sua segreta “guerra psicologica” in funzione anticomunista si era avvalso di un prezioso collaboratore: l’ex comunista Luigi Cavallo. Attivo a Torino nell’ambito sindacale come provocatore al soldo della Fiat, Cavallo utilizza per la sua torbida attività una base milanese, un appartamento situato in via Gallarate 131, dove il colonnello Rocca talvolta si recava: "Conobbi il colonnello Rocca nella casa [milanese] di Cavallo in via Gallarate 131", testimonierà Cesare Carnevale, collaboratore di Cavallo. [...] Un’attività di rilievo, perché il personaggio è di notevole spessore. Nato a Torino nel 1920, nel 1938 Cavallo "per intercessione del segretario federale fascista di Torino" aveva vinto una borsa di studio e si era trasferito nella Germania nazista, a Berlino e Tubinga, dove si era laureato in Filosofia. Sposata la figlia di un dirigente dei servizi segreti del Reich hitleriano, nel 1942 era tornato insieme a lei a Torino, e aveva cominciato a lavorare per il comando del Genio ferrovieri della Wermacht (senza trascurare gli
studi: seconda laurea, in Scienze politiche). Nel 1943 era stato tra i fondatori di Stella Rossa, gruppo partigiano ultracomunista che propugnava la rivoluzione armata per instaurare la dittatura del proletariato; sul periodico del gruppo, “Stella Rossa”, era lui che scriveva gli articoli politico-militari sulla
necessità della lotta armata. Dopo la Liberazione, Cavallo era riuscito a entrare nella redazione piemontese de “LUnità”, arrivando a scrivere editoriali in prima pagina: parlava correntemente 4 lingue straniere (compreso il russo), e conosceva i classici del pensiero marxista 24. Nel maggio 1946 si era trasferito a Parigi come corrispondente de “l’Unità”, e ci era rimasto fino alla fine del 1949, quando era stato improvvisamente allontanato dal giornale e dal partito 25. Subito dopo, Cavallo si era trasferito - senza incontrare alcuna difficoltà - a New York, ufficialmente con rincarico di inviato della “Gazzetta del popolo”, e
ci era rimasto per quattro anni: smessi gli abiti di colto comunista ortodosso, dagli Usa mandava corrispondenze di plauso per il neocapitalismo america-
no. "Due cose affascinavano Cavallo: la politica keynesiana dei magnati dell’industria statunitense, e il potere esercitato sulle masse dagli strumenti di
informazione". Il suo soggiorno americano non era stato privo di ambigui “incidenti”, che lui stesso descriverà così: "Venni segnalato all’Fbi come
un pericoloso agente del comuniSmo internazionale. Sono stato arrestato nel 1950 a New York come 'agente sovietico'". All’inizio del 1954 l’ex comunista Cavallo era riapparso in Italia, a Milano, a fianco di Edgardo Sogno nell’organizzazione anticomunista Pace e Libertà, e per un certo periodo i due avevano fatto diversi viaggi a Parigi. L’anno dopo Cavallo si era trasferito a Torino (secondo alcune fonti, dopo avere rotto il sodalizio con Sogno per contrasti politici; secondo altre, per una "nuova destinazione"), dove aveva cominciato a svolgere segretamente una torbida attività antisindacale di provocatore al soldo della Fiat; in quello stesso periodo aveva avviato un’intensa collaborazione con il colonnello del Sifar Renzo Rocca, collocandosi "al centro di una trama in cui
[convergevano] gli interessi e l’azione della Fiat, dell’Ambasciata americana, dei servizi segreti, del MSI". Nel 1966 Cavallo si era iscritto al Psi milanese, allacciando rapporti con la destra anticomunista del partito (gli autonomisti del giovane leader Bettino Craxi). L’attività antisindacale e anticomunista di Cavallo alla Fiat negli anni Cinquanta era stata eccezionalmente sofisticata. Attacchi al PCI e alla CGIL “da sinistra”, attraverso lettere, volantini, manifesti, giornali, opuscoli, caratterizzati da una tecnica che «sfruttava due elementi: un linguaggio para-comunista, con una collocazione da sinistra, nel senso che Cavallo [parla] a nome della classe operaia, anzi egli "è, di volta in volta, il lavoratore, l’immigrato, il sindacalista, il compagno; l’attacco diretto e personale a dirigenti di partito e di sindacato, la diffamazione, la calunnia". L’ex cronista de “l’Unità” Manfredo Liprandi, dopo un casuale incontro con Cavallo a Torino nella primavera del 1957, racconterà: "Mi dice che ha fatto carriera... Mi dice che possiede una tipografia e stampa giornali a colori. E poi: l’aereo personale. 'Sono appena stato a Berlino', mi dice, 'nel settore russo, con una missione alleata”. Mi invita nel suo ufficio... C’è uno schedario rotante, uno dei primi che si vedevano; Cavallo lo fa girare piano, come accarezzandolo, e intanto mi dice: 'Qui dentro ci sono i nomi, i recapiti, gli indirizzi di tutti gli iscritti al PCI di Torino'". L’attività anticomunista di Cavallo era soprattutto in ambito sindacale, contro Cgil e Fiom, per alimentare le spinte antiunitarie favorendo la scissione del sindacato. Secondo il senatore comunista Ugo Pecchioli (segretario della Federazione del Pei di Torino dal 1956 al 1966), anche nei disordini di piazza Statuto del 7 e 9 luglio 1962 - scioperi di massa degli operai Fiat, degenerati in gravi incidenti, con oltre mille fermi e 53 arresti - c’era stato lo zampino di Cavallo: "In piazza Statuto c’era di tutto... C’erano gli uomini di Luigi Cavallo, gli ex attivisti e provocatori di Pace e libertà. I fatti di piazza Statuto, nella loro componente di provocazione, sono stati la prima grande e preordinata prova di quella strategia della tensione che il padronato più reazionario e settori dell’apparato dello Stato, servendosi di gente come Cavallo, mettono in atto ogni qualvolta si trovano in presenza di grandi, unitari, vittoriosi movimenti di classe e democratici"<small>[[Brigate Rosse#Note|[3]]]</small>.»''
 
Quindi la nascita della cosiddetta "sinistra extraparlamentare italiana" è da considerarsi avvenuta non negli anni 60, ma nei primi anni 40, durante la Resistenza. Di questo pare ne fosse convinto anche il Generale dei Carabinieri, nonché ex combattente anch'egli al fianco dei partigiani, Carlo Alberto Dalla Chiesa:
 
''«Il generale Dalla Chiesa sospetta da tempo che la strategia della tensione affondi alcune delle sue radici nel periodo della Resistenza, e che il terrorismo brigatista presenti aspetti di forte ambiguità. Lo testimonierà Tallora colonnello dei carabinieri Nicolò Bozzo (braccio destro di Dalla Chiesa dal 1° settembre 1978), secondo il quale i sospetti del generale si appuntano in particolare sull’organizzazione Franchi di Edgardo Sogno: "Dalla Chiesa era molto interessato da una ipotesi di lavoro che aveva cominciato a elaborare a seguito degli attentati a Savona del 1974-75. Si era infatti accorto che poteva intravedersi un collegamento operativo tra ambienti della destra eversiva, criminalità comune organizzata, massoneria e settori dei Servizi deviati. Successivamente al 1° settembre 1978 il generale mi invitò, in più occasioni, ad approfondire questa ipotesi che, a suo parere, si fondava sull’esistenza di una struttura segreta paramilitare, con funzioni organizzative antinvasione ma che aveva poi debordato in azioni illegali e con funzioni di stabilizzazione del quadro interno. A suo parere, questa struttura poteva aver avuto origine sin dal periodo della Resistenza, attraverso infiltrazioni nelle organizzazioni di sinistra e attraverso il controllo di alcune organizzazioni di altra tendenza."<small>[[Brigate Rosse#Note|[4]]]</small>»''
 




== Bibliografia ==
== Bibliografia ==
* La Sfinge delle Brigate Rosse: Delitti, segreti e bugie del capo terrorista Mario Moretti - Sergio Flamigni (2004)
* La Sfinge delle Brigate Rosse: Delitti, segreti e bugie del capo terrorista Mario Moretti - Sergio Flamigni (2004)
* Eurocomunismo è Anticomunismo - Enver Hoxha (1980)
* Eurocomunismo è Anticomunismo - Enver Hoxha (1980)
Riga 11: Riga 32:
* [https://www.pmli.it/brprovocatoriacontrorivoluzionariastrategia.htm Analisi del documento che rivendica l'omicidio di Biagi - PMLI (2002)]
* [https://www.pmli.it/brprovocatoriacontrorivoluzionariastrategia.htm Analisi del documento che rivendica l'omicidio di Biagi - PMLI (2002)]
* [http://files.spazioweb.it/aruba27963/file/pietro_secchia_il_sinistrismo_maschera_della_gestapo_1943.pdf Il "Sinistrismo" Maschera della Gestapo - Pietro Secchia (1943)]
* [http://files.spazioweb.it/aruba27963/file/pietro_secchia_il_sinistrismo_maschera_della_gestapo_1943.pdf Il "Sinistrismo" Maschera della Gestapo - Pietro Secchia (1943)]
== Note ==
<ol>1. Secchia,1943<br>
2. [https://www.avvenire.it/agora/pagine/bordiga- Bordiga, il leninista che sperava nell’Asse]<br>
3. Flamigni, 2004, p.18,19-21<br>
4. Ibidem, p.256<br>

Versione delle 21:35, 21 set 2024

Le Brigate Rosse furono un'organizzazione armata di tipo terroristico, attiva in Italia dal 1970 al 1988, e poi dal 1999 al 2003, autoproclamatasi "marxista-leninista" e "comunista", ma che, nei nomi, nelle azioni e nella retorica, è stata tutt'altro. Lo scopo di questa voce, forte delle fonti a disposizione, è di dimostrare, in barba anche a quei sedicenti "compagni", come i militanti del Partito dei CARC o i molti larpers e bimbiminchia trotskoidi, che tale organizzazione, tutt'altro che un organismo dedito alla "lotta armata", o ancora una "risposta" al "terrorismo nero" di organizzazioni come Ordine Nuovo, altro non è stata che un'operazione psicologica, principalmente, il cui intento era di screditare e sfavorire non solo il PCI revisionista e impedire un "governo di unità nazionale", ma anche il comunismo tutto nel nostro paese, intento in cui i suoi "militanti" (in buona parte) riuscirono.

Premessa: infiltrazione dell'estrema destra "a sinistra" ai tempi della Resistenza

Per poter comprendere la genesi dell'ultrasinistra extraparlamentare degli anni 60 e 70 è necessario fare un passo indietro e analizzare le ultime fasi della Seconda Guerra Mondiale e della Resistenza in Italia. Mentre il PCI, non ancora degenerato e divenuto revisionista, lottava e guidava i partigiani contro i collaborazionisti fascisti e le forze militari tedesche, diverse formazioni "di sinistra" spuntarono come funghi, pubblicando diversi opuscoletti di critica e di forte attacco alla guerra partigiana e al PCI. Già nel dicembre del 1943 il PCI, per tramite di Pietro Secchia in un comunicato sul giornale clandestino del partito, La Nostra Lotta, in cui avvisava i partigiani, gli operai e i militanti del PCI della vera natura di questi opuscoli di ispirazione trotskista e della "sinistra comunista" bordighiana:

«Gli uomini di Hitler e di Goebbels non potevano certo illudersi di riuscire a fare presa sulle masse operaie italiane con la propaganda nazionalsocialista, antisovietica e antibolscevica, servendosi di strumenti fuori uso quali Mussolini, Pavolini, Farinacci e soci. Come frenare, ostacolare, limitare l’eroica lotta che il proletariato, guidato dal Partito Comunista conduce per la cacciata dei tedeschi dall’Italia e l’annientamento dei rigurgiti del fascismo? Ecco allora saltar fuori i nemici dell’Unione Sovietica e parlare a nome dell’Unione Sovietica, ecco gli autori del Patto antibolscevico parlare a nome del bolscevismo, ecco gli autori del patto anticomintern in combutta col «sinistrismo» denigratore del Comintern parlare a nome dell’Internazionale e protestare per lo scioglimento dell’Internazionale, invocare il nome di Marx e di Lenin, richiamarsi ai principi comunisti per gridare contro la degenerazione, contro l’opportunismo, contro il centrismo dei comunisti. Ma sotto la maschera del "sinistrismo" è facile scorgervi il bieco sanguinario volto del nazi-fascismo. Strappiamo questa maschera, laceriamo il velo e vi scorgeremo il grugno di Hitler. Ogni operaio al quale sia capitato per le mani qualcuno di questi luridi fogli dai titoli altisonanti e dall’etichetta "rivoluzionaria" si sarà certamente reso conto della vera natura del loro contenuto. Bastano a ciò poche riflessioni. I nazisti che oggi occupano i due terzi dell’Italia, sono coloro che da dieci anni opprimono sotto la più feroce dittatura il proletariato tedesco, sono coloro che sono intervenuti per schiacciare la Repubblica popolare Spagnola, sono coloro che hanno scatenato l’attuale guerra mondiale, sono coloro che hanno invaso, saccheggiato, private della loro indipendenza e libertà tutta una serie di paesi d’Europa, sono coloro infine che hanno aggredito, mosso la guerra e invaso l’Unione Sovietica, il paese del Socialismo. Ebbene, questi fogli, "Stella Rossa" e "Prometeo", non dicono una sola parola contro i tedeschi, contro i nazisti, non incitano alla lotta ed alla lotta immediata contro i nazisti tedeschi, al contrario questi luridi fogli attaccano il Partito Comunista perché con tutte le sue forze è sceso in lotta per la cacciata dei tedeschi dall’Italia, perché chiama le masse popolari italiane a lottare con tutti i mezzi, ad insorgere contro i tedeschi ed i fascisti. [...] I tedeschi hanno aggredito e messo a ferro e fuoco vasti territori dell’Unione Sovietica e i "sinistri", uomini di "Prometeo" e di "Stella Rossa", hanno la spudoratezza di proclamare che non bisogna lottare contro i tedeschi, hanno la spudoratezza di predicare l’astensionismo; hanno la spudoratezza di invitare gli operai a non andare nelle formazioni partigiane, hanno la spudoratezza di dire che tra i due contendenti che si battono sul nostro suolo, non vi è possibilità di scelta. Vi è un solo operaio che può avere il minimo dubbio sulla marca di fabbrica di quella "sinistra" propaganda? La marca di fabbrica è quella tedesca: Made in Germany. Come, non vi è possibilità di scelta fra i due contendenti? Ma gli anglo-americani sono oggi gli alleati dell’Unione Sovietica. I tedeschi invece sono gli aggressori, i saccheggiatori dell’Unione Sovietica. Gli anglo-americani sono coloro che assieme all’Unione Sovietica hanno posto come condizione di pace l’annientamento del fascismo e del nazismo, l’abbattimento dei regimi di Hitler, di Mussolini e dei loro satelliti; i tedeschi invece sono coloro che hanno tolta l’indipendenza ai popoli, sono coloro che, occupata l’Italia, hanno subito ricostituito un governo con i Mussolini, i Pavolini e gli altri traditori fascisti. I redattori di "Prometeo" e di "Stella Rossa" accusano il P[artito] C[omunista] di tradire il proletariato italiano perché si è fatto propugnatore del C[omitato] d[i] L[iberazione] N[azionale], perché si è alleato con i Partiti borghesi. Costoro strillano che bisogna farla finita con la democrazia, che la democrazia è la stessa cosa del fascismo. Costoro dicono che bisogna fare la rivoluzione proletaria, che ci vuole la dittatura del proletariato. [...] Tutti i nemici del nazismo e del fascismo si sono nel corso di questa guerra coalizzati. Hitler, sempre più stretto alla gola da questo potente blocco di forze strilla e grida al bolscevismo: "Si vuole instaurare il bolscevismo in Europa." Alle sue grida fanno eco "Prometeo" e "Stella Rossa" ed altri fogli di tale risma che scrivono: "Oggi noi non dobbiamo lottare contro i tedeschi, ma contro la democrazia, per la dittatura, per il bolscevismo." Sciocchi servitorelli di Hitler! Questo brigante ha bisogno oggi per creare timori, incertezze, esitazioni tra i popoli, per incrinare la compagine delle Nazioni Unite e dei Fronti Nazionali di sbandierare lo spettro del bolscevismo, ed ecco subito trovati i servi ben disposti ‒ coscienti o no ‒ di "Stella Rossa" e di "Prometeo". Ecco queste losche figure levare alte grida al cielo: "Sì, vogliamo il bolscevismo" e lanciare contumelie contro il P[artito] C[omunista] perché avrebbe rinnegato il suo programma. Ogni operaio sa che il nostro Partito, il Partito Comunista, non ha per nulla rinunciato al suo programma e ai suoi obiettivi fondamentali. Ogni operaio sa che gli obiettivi dell’imperialismo anglo-americano non sono gli stessi dell’Unione Sovietica, non sono gli stessi obiettivi delle larghe masse popolari di tutti i paesi, ma ogni operaio sa anche che in questo momento l’Inghilterra e l’America hanno in comune con l’Unione Sovietica e con le masse popolari di tutti i paesi l’obiettivo della sconfitta della Germania, dell’annientamento del nazismo, della restituzione dell’indipendenza e della libertà ai popoli. Ogni operaio sa che il raggiungimento di questi obiettivi è oggi l’interesse fondamentale e preminente della classe operaia di tutti i paesi. Ogni operaio sa che il raggiungimento di tali obiettivi è la premessa essenziale per l’ulteriore avanzata della classe operaia sulla strada della rivoluzione. Oggi nei diversi paesi, ed anche in Italia, si è realizzato un blocco di forze, un blocco di partiti che sono d’accordo di lottare assieme per la cacciata dei tedeschi, per l’annientamento del fascismo, che sono d’accordo di lottare assieme per la realizzazione di un governo di democrazia popolare. I tentativi di Hitler, di Goebbels e dei loro servi, i "sinistri" italiani, per incrinare questo blocco sono ridicoli. [...] Oggi il tradimento più infame è perpetrato da coloro che sotto la maschera di un frasario pseudo-rivoluzionario, massimalista, estremista, predicano la passività, invitano gli operai a starsene neutrali, a non partecipare alla lotta partigiana, aiutando così i tedeschi ad opprimere il popolo italiano. Costoro cercano di indebolire l’azione che il nostro Partito conduce contro i tedeschi ed i fascisti, tentando di diminuire la sua autorità, predicando l’assenteismo e la passività, tentando di incrinare il blocco delle forze antifasciste, sono dei traditori della Guerra di L[iberazione] N[azionale], si rivelano per degli alleati diretti di Hitler e di Mussolini, costoro, lo sappiano o no, sono dei volgari agenti della Gestapo[1]

Come è già stato approfondito in altre voci di questa enciclopedia, le opposizioni "a sinistra" della linea del PCUS, dell'Unione Sovietica e del Comintern nell'epoca immediatamente precedente alla Seconda Guerra Mondiale, e in taluni casi anche durante essa, hanno cooperato, "tatticamente" o meno, con le forze nazi-fasciste pur di andare contro l'Unione Sovietica e il socialismo "degenerato" perché pragmatico anziché perfettamente corrispondente alle infantili utopie dei trotskisti e della "sinistra" di Bordiga. Quest'ultimo, come ammesso anche dai media mainstream borghesi e capitalisti, pur non "collaborando" tatticamente è rispauto che si augurasse. tuttavia, la vittoria della Germania e dei suoi alleati nella guerra[2]. Ma cosa ha questo a che vedere con l'ultrasinistra degli anni 70 e con le Brigate Rosse? L'organizzazione "Stella Rossa", definita da Pietro Secchia una quinta colonna trotskista, e i cui pamphlet ci sono oggi reminiscenti delle miriadi di analoghi pamphlet delle miriadi di "collettivi" sedicenti "comunisti", di ispiazione anarcoide e trotskista, contro il "campismo" e il progresso storico dell'alternativa multipolare, aveva a capo un uomo, tale Luigi Cavallo (di cui, curiosamente, non esistono fotografie e non sono reperibili da nessuna parte). Come riporta Sergio Flamigni, giornalista ed ex parlamentare nelle commissioni d'inchiesta sulla P2, sulla mafia e sul terrorismo per il PCI:

«Fin dalla metà degli anni Cinquanta, il colonnello Rocca per la sua segreta “guerra psicologica” in funzione anticomunista si era avvalso di un prezioso collaboratore: l’ex comunista Luigi Cavallo. Attivo a Torino nell’ambito sindacale come provocatore al soldo della Fiat, Cavallo utilizza per la sua torbida attività una base milanese, un appartamento situato in via Gallarate 131, dove il colonnello Rocca talvolta si recava: "Conobbi il colonnello Rocca nella casa [milanese] di Cavallo in via Gallarate 131", testimonierà Cesare Carnevale, collaboratore di Cavallo. [...] Un’attività di rilievo, perché il personaggio è di notevole spessore. Nato a Torino nel 1920, nel 1938 Cavallo "per intercessione del segretario federale fascista di Torino" aveva vinto una borsa di studio e si era trasferito nella Germania nazista, a Berlino e Tubinga, dove si era laureato in Filosofia. Sposata la figlia di un dirigente dei servizi segreti del Reich hitleriano, nel 1942 era tornato insieme a lei a Torino, e aveva cominciato a lavorare per il comando del Genio ferrovieri della Wermacht (senza trascurare gli studi: seconda laurea, in Scienze politiche). Nel 1943 era stato tra i fondatori di Stella Rossa, gruppo partigiano ultracomunista che propugnava la rivoluzione armata per instaurare la dittatura del proletariato; sul periodico del gruppo, “Stella Rossa”, era lui che scriveva gli articoli politico-militari sulla necessità della lotta armata. Dopo la Liberazione, Cavallo era riuscito a entrare nella redazione piemontese de “LUnità”, arrivando a scrivere editoriali in prima pagina: parlava correntemente 4 lingue straniere (compreso il russo), e conosceva i classici del pensiero marxista 24. Nel maggio 1946 si era trasferito a Parigi come corrispondente de “l’Unità”, e ci era rimasto fino alla fine del 1949, quando era stato improvvisamente allontanato dal giornale e dal partito 25. Subito dopo, Cavallo si era trasferito - senza incontrare alcuna difficoltà - a New York, ufficialmente con rincarico di inviato della “Gazzetta del popolo”, e ci era rimasto per quattro anni: smessi gli abiti di colto comunista ortodosso, dagli Usa mandava corrispondenze di plauso per il neocapitalismo america- no. "Due cose affascinavano Cavallo: la politica keynesiana dei magnati dell’industria statunitense, e il potere esercitato sulle masse dagli strumenti di informazione". Il suo soggiorno americano non era stato privo di ambigui “incidenti”, che lui stesso descriverà così: "Venni segnalato all’Fbi come un pericoloso agente del comuniSmo internazionale. Sono stato arrestato nel 1950 a New York come 'agente sovietico'". All’inizio del 1954 l’ex comunista Cavallo era riapparso in Italia, a Milano, a fianco di Edgardo Sogno nell’organizzazione anticomunista Pace e Libertà, e per un certo periodo i due avevano fatto diversi viaggi a Parigi. L’anno dopo Cavallo si era trasferito a Torino (secondo alcune fonti, dopo avere rotto il sodalizio con Sogno per contrasti politici; secondo altre, per una "nuova destinazione"), dove aveva cominciato a svolgere segretamente una torbida attività antisindacale di provocatore al soldo della Fiat; in quello stesso periodo aveva avviato un’intensa collaborazione con il colonnello del Sifar Renzo Rocca, collocandosi "al centro di una trama in cui [convergevano] gli interessi e l’azione della Fiat, dell’Ambasciata americana, dei servizi segreti, del MSI". Nel 1966 Cavallo si era iscritto al Psi milanese, allacciando rapporti con la destra anticomunista del partito (gli autonomisti del giovane leader Bettino Craxi). L’attività antisindacale e anticomunista di Cavallo alla Fiat negli anni Cinquanta era stata eccezionalmente sofisticata. Attacchi al PCI e alla CGIL “da sinistra”, attraverso lettere, volantini, manifesti, giornali, opuscoli, caratterizzati da una tecnica che «sfruttava due elementi: un linguaggio para-comunista, con una collocazione da sinistra, nel senso che Cavallo [parla] a nome della classe operaia, anzi egli "è, di volta in volta, il lavoratore, l’immigrato, il sindacalista, il compagno; l’attacco diretto e personale a dirigenti di partito e di sindacato, la diffamazione, la calunnia". L’ex cronista de “l’Unità” Manfredo Liprandi, dopo un casuale incontro con Cavallo a Torino nella primavera del 1957, racconterà: "Mi dice che ha fatto carriera... Mi dice che possiede una tipografia e stampa giornali a colori. E poi: l’aereo personale. 'Sono appena stato a Berlino', mi dice, 'nel settore russo, con una missione alleata”. Mi invita nel suo ufficio... C’è uno schedario rotante, uno dei primi che si vedevano; Cavallo lo fa girare piano, come accarezzandolo, e intanto mi dice: 'Qui dentro ci sono i nomi, i recapiti, gli indirizzi di tutti gli iscritti al PCI di Torino'". L’attività anticomunista di Cavallo era soprattutto in ambito sindacale, contro Cgil e Fiom, per alimentare le spinte antiunitarie favorendo la scissione del sindacato. Secondo il senatore comunista Ugo Pecchioli (segretario della Federazione del Pei di Torino dal 1956 al 1966), anche nei disordini di piazza Statuto del 7 e 9 luglio 1962 - scioperi di massa degli operai Fiat, degenerati in gravi incidenti, con oltre mille fermi e 53 arresti - c’era stato lo zampino di Cavallo: "In piazza Statuto c’era di tutto... C’erano gli uomini di Luigi Cavallo, gli ex attivisti e provocatori di Pace e libertà. I fatti di piazza Statuto, nella loro componente di provocazione, sono stati la prima grande e preordinata prova di quella strategia della tensione che il padronato più reazionario e settori dell’apparato dello Stato, servendosi di gente come Cavallo, mettono in atto ogni qualvolta si trovano in presenza di grandi, unitari, vittoriosi movimenti di classe e democratici"[3]

Quindi la nascita della cosiddetta "sinistra extraparlamentare italiana" è da considerarsi avvenuta non negli anni 60, ma nei primi anni 40, durante la Resistenza. Di questo pare ne fosse convinto anche il Generale dei Carabinieri, nonché ex combattente anch'egli al fianco dei partigiani, Carlo Alberto Dalla Chiesa:

«Il generale Dalla Chiesa sospetta da tempo che la strategia della tensione affondi alcune delle sue radici nel periodo della Resistenza, e che il terrorismo brigatista presenti aspetti di forte ambiguità. Lo testimonierà Tallora colonnello dei carabinieri Nicolò Bozzo (braccio destro di Dalla Chiesa dal 1° settembre 1978), secondo il quale i sospetti del generale si appuntano in particolare sull’organizzazione Franchi di Edgardo Sogno: "Dalla Chiesa era molto interessato da una ipotesi di lavoro che aveva cominciato a elaborare a seguito degli attentati a Savona del 1974-75. Si era infatti accorto che poteva intravedersi un collegamento operativo tra ambienti della destra eversiva, criminalità comune organizzata, massoneria e settori dei Servizi deviati. Successivamente al 1° settembre 1978 il generale mi invitò, in più occasioni, ad approfondire questa ipotesi che, a suo parere, si fondava sull’esistenza di una struttura segreta paramilitare, con funzioni organizzative antinvasione ma che aveva poi debordato in azioni illegali e con funzioni di stabilizzazione del quadro interno. A suo parere, questa struttura poteva aver avuto origine sin dal periodo della Resistenza, attraverso infiltrazioni nelle organizzazioni di sinistra e attraverso il controllo di alcune organizzazioni di altra tendenza."[4]»


Bibliografia

Note

    1. Secchia,1943
    2. Bordiga, il leninista che sperava nell’Asse
    3. Flamigni, 2004, p.18,19-21
    4. Ibidem, p.256