Nazionalbolscevismo

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Bandiera del Partito Nazional Bolscevico in Russia

Il nazionalbolscevismo (anche detto nazional bolscevismo, bolscevismo nazionale o abbreviato semplicemente in NazBol; in tedesco Nationalbolschewismus; in russo Национал-большевизм, Natsional-Bol'ševizm) è una ideologia politica sincretica fra il marxismo-leninismo e il nazionalismo.

Il nazional bolscevismo si fonda su valori nazionalisti, tradizionalisti e socialisti, e nella maggior parte dei casi si manifestano anche valori antiamericani, antisionisti, anticapitalisti ed antifascisti, anche se alcuni di questi ultimi valori non vengono sostenuti da alcuni elementi che si definiscono nazional bolscevichi o si sono definiti tali in passato.

Storia e diffusione

Non esiste una sola forma di bolscevismo nazionale essendoci stati diversi teorici dell'ideologia che spesso e volentieri si ritrovavano in disaccorso su uno o più punti. Il nazional bolscevismo si è infatti sviluppato in diverse forme principalmente nella Repubblica di Weimar, e cioè nel contesto di una Germania molto inflazionata a causa della sconfitta della Prima Guerra Mondiale (infatti il termine "Repubblica di Weimar" fa riferimento alla Germania dalla fine della Prima Guerra Mondiale fino alla presa del potere da parte di Adolf Hitler nel 1933).

L'ideologia nazional bolscevica si è tuttavia sviluppata anche in altre aree del mondo ed in contesti diversi da quello della Germania di Weimar, come ad esempio in Belgio alla fine della Seconda Guerra Mondiale, nell'Italia degli anni '60 nel contesto studentesco romano, ma soprattutto in Russia, inizialmente teorizzato dai russi bianchi durante la Guerra Civile Russa ed in seguito ritornato in auge negli anni '90 nel contesto del decadentismo post-sovietico e della crisi dilagante eltsiniana.

La nascita del nazional bolscevismo: Heinrich Laufenberg e Fritz Wolffheim

Si ritiene che l'ideologia nazional socialista sia nata negli anni '20 in Germania ad opera di due membri del Partito Comunista di Germania (KPD) ossia Heinrich Laufenberg e Fritz Wolffheim. Nonostante Laufenberg e Wolffeim nel 1915 condannarono l'espansionismo tedesco tanto da pubblicare un opuscolo dove ritenevano il Partito Socialdemocratico di Germania (SPD) complice dell'imperialismo[1], nel primo dopoguerra (per la precisione nell'ottobre del 1919) proposero al teorico polacco Karl Radek le loro idee che successivamente diverranno l'ideologia nazional bolscevica[1].

Secondo Laufenberg e Wolffheim, la “mutilazione del corpo imperiale tedesco” da parte del “dettato di Versailles” e le condizioni dell’Intesa dovessero inevitabilmente portare alla proletarizzazione dell’intero popolo tedesco, ad eccezione di un piccolo numero di capitalisti. Di conseguenza, il nazional bolscevismo per come fu teorizzato dai due politici proponeva di mettere da parte la lotta di classe in favore di una cooperazione interclassista per una guerra di liberazione nazionale[2]. Nonostante questa teoria fu inizialmente apprezzata anche dai membri della Lega di Spartaco[3], Lenin intervenne criticando aspramente il nazional bolscevismo sostenendo che Laufenberg "si è spinto fino al blocco con la borghesia tedesca per una guerra contro l’Intesa" e bollando l'ideologia come "un'assurdità"[4].

A seguito della critica di Lenin al nazional bolscevismo (che pertanto è reperibile in Sinistrismo, malattia infantile del comunismo), Laufenberg e Wolffheim vengono espulsi dal KPD e criticati pure da Radek nonostante un suo iniziale entusiasmo.

Anche Laufenberg e Wolffheim furono influenzati dalle idee sindacaliste.

Il nazional bolscevismo nella Repubblica di Weimar

Nonostante Laufenberg e Wolffheim furono i pionieri del nazional bolscevismo, il movimento nazional bolscevico tedesco vero e proprio si sviluppò tramite altri esponenti come Ernst Niekisch, che era tra i fondatori della Repubblica Bavarese dei Consigli e fu un membro dell'SPD nonché esponente della Rivoluzione conservatrice, e Karl Otto Paetel, autore del Manifesto del Nazional Bolscevismo (1933) e dissidente del nazionalsocialismo tedesco.

Ernst Niekisch

Niekisch viene ricordato come il principale teorizzatore del nazional bolscevismo: Negli anni '20 tentò di indirizzare l'SPD verso una direzione nazionalista e si oppose con veemenza al Piano Dawes, al Patto di Locarno ed alle tendenze pacifiste del partito fino a quando non venne espulso. In seguito si unì al Vecchio Partito Socialdemocratico di Germania (ASPD) e vi fondò una rivista, il Widerstand (Resistenza), che fu la prima rivista a sostenere l'ideologia nazional bolscevica[5]. Niekisch apprezzava l'Unione Sovietica e sosteneva che fosse una continuazione sia del nazionalismo russo che della vecchia Prussia.

Il Widerstand e la sua redazione venivano spesso descritte come antidemocratiche, nazionaliste, anticapitaliste, antioccidentali, oltre a mostrare tratti razzisti e fascisti[6]. In altri casi veniva addirittura etichettata come "apertamente fascista", nonostante Niekisch abbia in realtà condannato e criticato il fascismo ed il nazionalsocialismo, soprattutto nella sua opera "Hitler - un destino tedesco". Sebbene antiebraico e favorevole a uno stato totalitario, Niekisch fu un forte critico di Adolf Hitler, che lo vedeva come un populista privo di qualsiasi socialismo reale, che dopo il rilascio dalla prigione iniziò a cercare ispirazione più verso il fascismo italiano, piuttosto che verso Ludendorff[7].
A seguito della presa del potere in Germania da parte del Partito Nazional Socialista Tedesco dei Lavoratori (NSDAP), Niekisch organizzò una resistenza rivoluzionaria nazionale. Nel dicembre del 1934 le autorità chiusero il Widerstand e nel 1937 la Gestapo arrestò Niekisch che fu condannato all'ergastolo fino al suo rilascio nel 1945 da parte dell'Armata Rossa. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, Niekisch condannò il nazionalismo e tornò ad essere marxista ortodosso.

Karl Otto Paetel

Karl Otto Paetel invece proveniva dal Movimento Giovanile Tedesco e dal KPD. Fondò il Gruppo dei Nazionalisti Sociali Rivoluzionari, movimento che promosse una "terza via" tra il NSDAP ed il KPD, che comprendesse sia il nazionalismo che l'economia socialista[8]. Paetel tentò di convincere gli elementi della Gioventù Hitleriana alla sua causa, ma senza particolare successo[9]. In seguito, condannò il NSDAP nel suo Manifesto[10].

Analogamente al bolscevismo nazionale di Niekisch, l'ideologia di Paetel era fortemente antioccidentale, antimperialista e contraria al Trattato di Versailles. oltre ad essere caratterizzata da un sentimento antifrancese. Paetel tuttavia sosteneva la democrazia sovietica ma promuoveva al contempo pure un forte nazionalismo e perfino un ritorno al paganesimo[10].

Paetel fuggì dalla Germania in seguito alla presa del potere di Hitler, trasferendosi inizialmente a Parigi e poi a New York, dove morirà nel 1975.

Lo Strasserismo

Bandiera del Fronte Nero, il partito fondato dai fratelli Straßer quando si staccarono dall'NSDAP

Lo strasserismo è la corrente ideologica fondata dai fratelli Gregor e Otto Straßer all'interno del Partito NazionalSocialista dei Lavoratori Tedesco (NSDAP), ossia il partito fondato da Adolf Hitler che ha governato la Germania sotto una spietata dittatura dal 1933 fino al termine della Seconda Guerra Mondiale.

L'NSDAP condannava il nazional bolscevismo e lo vedeva come un filone del bolscevismo e quindi veniva bollato come "cospirazionismo ebraico"[11]. Ciò spinse il regime nazista all'incarcerazione ed alla persecuzione dei nazional bolscevichi per tutta la durata del regime.

Lo strasserismo si origina come corrente di sinistra del nazionalsocialismo e dell'NSDAP. Prende il nome dai fratelli Otto e Gregor Straßer che ne furono i principali teorici ed organizzatori. Gli strasseriani, pur essendo antisemiti, sostenevano una maggiore nazionalizzazione delle industrie e vedevano ciò più prioritario della causa antisemita, inoltre sostenevano una possibile alleanza con l'Unione Sovietica[12].

Origine dello strasserismo

Gregor Straßer aprì a Landshut una farmacia e si iscrisse nell'NSDAP nel 1920, mentre il fratello Otto ha combattuto contro i golpisti del Putsch di Kapp ed era un militante dell'SPD fino a quando non hanno violato gli accordi di Bielefeld con gli operai della Ruhr[13].

Otto decide così di recarsi nell'ottobre del 1920 a Monaco su invito del fratello che gli presenta Adolf Hitler ed il generale Erich Ludendorff nel tentativo di farlo iscrivere all'NSDAP. Tuttavia Otto rifiuta e fonda il Partito Socialdemocratico Indipendente. Secondo Günter Bartsch, il biografo di Otto Straßer, in questa occasione Otto conosce Grigorij Evseevič Zinovjev che lo convince della validità dell'esperienza rivoluzionaria bolscevica come modello d'azione per la Germania e della necessità di un riavvicinamento della Germania alla Russia sovietica. Nel frattempo Otto frequenta circoli politici conservatori e nazionalisti.

Nel 1923 Gregor Straßer aderisce al Putsch della Birreria di Monaco, ma non subì la detenzione poiché non venne accusato di alto tradimento. Con il leader in carcere, Gregor fece diversi sacrifici per tenere in vita l'NSDAP, arrivando a vendere la farmacia e devolvere per la causa del partito l'intero ricavato. Quando fu rilasciato, Hitler incaricò Gregor di rifondare il partito nella Germania settentrionale, dove il NSDAP tradizionalmente non godeva di popolarità, tuttavia Gregor fu un abile organizzatore et oratore e riuscì, anche grazie al fratello Otto e ad un giovane Joseph Goebbels, ad ottenere ottimi consensi nella Germania tanto da ottenere 32 seggi per il Reichstag, ed uno di questi era il suo. Gregor Straßer sfrutterà i privilegi che aveva come deputato per intensificare la propaganda e stringere contatti in particolare nelle regioni dove il NSDAP non godeva di molti consensi.

I successi di Gregor Straßer lo portarono ad allargare la sua personalità all'interno del partito, ma questo elemento, unito a divergenze politiche con quelle di Adolf Hitler, causeranno una rivalità tra il futuro Führer ed i fratelli Straßer. Le divergenze principali tra gli strasseriani e gli hitleriani c'è il socialismo: Goebbels ed i fratelli Straßer sostenevano uno "slittamento a sinistra" dell'NSDAP e volevano adottare delle formule organizzative sul modello dei soviet oltre a sostenere la necessità di collaborare con i marxisti per una svolta anticapitalistica.

Nel 1925, una proposta avanzata in parlamento dai socialdemocratici e dai comunisti proponeva di espropriare le vaste proprietà e i beni della casa imperiale e dei vari sovrani tedeschi spodestati. I fratelli Straßer e Goebbels concordarono con la proposta sostenendo che i nazisti dovessero mettersi a fianco dei comunisti e dei socialisti nell'appoggiare la campagna. Hitler invece rifiutò e fece pressione ai fratelli Straßer affinché abbandonassero l'idea di appoggiare la campagna. Il motivo principale era il fatto che Hitler, assieme alla destra del partito, stava godendo dell'appoggio di molti ex-governanti e di diversi industriali.

Nel 1926 Joseph Goebbels abbandona le posizioni dell'ala sinistra dell'NSDAP ed inizia a sostenere il punto di vista di Hitler. Col passare degli anni Hitler tenta di emarginare il più possibile i fratelli Straßer e chi fosse vicino alla loro causa.

Fu così che il 4 luglio del 1930 Otto Straßer lascia il NSDAP assieme ad altri 25 membri, annunciando che "i socialisti lasciano lo NSDAP", e fonda la Comunità di Lotta dei Rivoluzionari Nazionalsocialisti (in seguito Comunità di Lotta Nazionalsocialista della Germania, organizzazione nota anche con il semplice nome di "Fronte Nero") alla nuova formazione si uniranno circa 6000 membri dell'NSDAP.

In seguito all'uscita degli stasseriani dall'NSDAP, nel luglio 1930, Adolf Hitler definì Otto Straßer un ebreo intellettuale marxista e incapace di qualsiasi organizzazione. La mossa di Otto sarà criticata pure dal fratello Gregor che decise di rimanere nell'NSDAP fino al 1932, quando avvenne la completa rottura con Hitler e decise così di porre fine alla sua attività politica.

Nonostante nel 1931 ben 10.000 aderenti alle SA nel nord della Germania seguirono Walther Stennes ed uscirono dall'NSDAP per fondersi con l'organizzazione di Otto Straßer, il Fronte Nero non fu in grado di tenere testa all'NSDAP che riusciranno a salire al potere nel 1933 ed Adolf Hitler diventò il Führer. Hitler scatenerà una violenta repressione ai danni del Fronte Nero che verrà bandito nel 1934 ed i suoi seguaci rinchiusi nei campi di concentramento appena aperti, Gregor Straßer verrà ucciso durante la notte dei lunghi coltelli ed il fratello Otto mantenne un'orgtanizzazione clandestina di propaganda antinazista con la diffusione di giornali e addirittura con l'emissione di una radio pirata dalla Cecoslovacchia vivendo la vita in esilio fino al 1954, anno in cui rientra in Germania aderendo all'Unione Sociale Tedesca nel 1956, fondato da ex-membri del Fronte Nero (rimanendoci fino alla dissoluzione del partito avvenuta nel 1962) ed adottando posizioni a favore dell'unità europea.

Differenze tra lo strasserismo ed il nazional bolscevismo

Nonostante esistono diverse analogie tra il nazional bolscevismo ed il pensiero strasseriano, ci sono tuttavia alcune differenze che spingono la critica e gli studiosi al dibattito sulla classificazione o meno dello strasserismo come corrente nazional bolscevica. Alcune di queste differenze le possiamo trovare nel fatto che le correnti nazional bolsceviche viste finora si sono tutte originate all'interno del KPD, dell'SPD o di altri partiti di sinistra, inoltre si autodichiaravano come tali e, nonostante una pesante influenza nazionalista, queste correnti avevano posizioni rivoluzionarie di origine marxista ed adottarono il supporto o la partecipazione diretta alle rivolte proletarie in Germania. Infine le correnti nazional bolsceviche viste in precedenza furono tutte caratterizzate da un ostilità verso il nazionalsocialismo di Hitler. Al contrario gli strasseristi hanno aderito ai Freikorps contribuendo a sedare le rivolte socialiste che venivano supportate dai nazional bolscevichi (nonostante le loro posizioni politiche furono sin da allora coincilianti nei confronti dei diritti rivendicati dai gruppi socialisti), hanno aderito al nazionalsocialismo (pur distinguendosi dal pensiero di Hitler rimanendo così una corrente di sinistra dell'NSDAP) ed hanno continuato a definirsi nazionalsocialisti anche dopo la separazione dall'NSDAP, con la nascita del Fronte Nero. Infine, molti nazional bolscevichi si definiscono contrari all'Unione Europea ed al concetto di unità europea, mentre l'Unione Sociale Tedesca si definì a favore.

Il nazional bolscevismo in Russia

L'eurasiatismo

Il nazional bolscevismo in Italia

Il nazional bolscevismo oggi

Oggi il nazional bolscevismo è praticamente quasi sparito eccetto in Russia dove è ancora attivo il partito L'Altra Russia con Limonov e molti si definiscono sostenitori dell'eurasiatismo duginiano.

Il nazional bolscevismo oggi è prevalentemente un fenomeno internettiano ed è un ideologia sostenuta fondamentalmente da Larpers e da gente che non esegue un pensiero politico in base a ragionamenti razionali e sensati.

Curiosità

  • Alcuni membri della redazione della Xitpedia, compreso Xalkas_ITA 2K, si sono sentiti rappresentati dal nazional bolscevismo in alcuni periodi della loro vita che oggi commentano come un periodo confusionario.

Bibliografia

    1. Ruth Fischer, John C. Leggett, Stalin and German Communism: A Study in the Origins of the State Party, Transaction Publishers, 2006, p. 92
    2. Harman, The Lost Revolution, p. 192
    3. Fischer & Leggett, Stalin and German Communism, p. 93
    4. Vladimir Lenin, Sinistrismo, malattia infantile del comunismo, p.85
    5. Philip Rees, Biographical Dictionary of the Extreme Right Since 1890, 1990, p. 279
    6. Helmut Schumacher & Klaus J. Dorsch (2003). A. Paul Weber: Leben und Werk in Texten und Bildern (in tedesco). E.S. Mittler & Sohn. p. 104. ISBN 978-3813208054.
    7. Hans Bucheim (in tedesco), "Ernst Niekischs Ideologie des Widerstands" (L'ideologia di Widerstands di Ernst Niekisch (PDF). Istituto di storia contemporanea di Monaco. pp. 21 (356), 22 (357).
    8. Brown, Weimar Radicals, p. 32
    9. Brown, Weimar Radicals, pp. 78, 134
    10. Karl Otto Paetel, Manifesto Nazional Bolscevico
    11. Robert Lewis Koehl, The SS: A History 1919–1945, Tempus Publishing, 2004, pp. 61–63.
    12. "Socialisme" national contre hitlérisme: le cas Otto Strasser, 1992.
    13. Accordi di Bielefeld: non intervento dei militari nella Ruhr, repressione e allontanamento dei controrivoluzionari, nazionalizzazione delle grandi imprese.