Iosif Vissarionovič Džugašvili, Stalin

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Iosif Vissarionovič Džugašvili, detto "Stalin"

Foto a colori di Iosif Stalin
Nome Ufficiale იოსებ ბესარიონის ძე ჯუღაშვილი
Nome Intero Iosif Vissarionovič Džugašvili, Stalin
Soprannomi Stalin, Koba
Data di nascita 18 Dicembre 1878[1]
Luogo di nascita Gori, Impero Russo (oggi in Georgia)
Data di morte 5 Marzo 1953
Luogo di morte Mosca, Unione Sovietica
Cariche politiche
  • Segretario generale del Partito Comunista dell'Unione Sovietica
    (03/04/1922 - 05/03/1953)
  • Presidente del Consiglio dei ministri dell'URSS
    (06/05/1941 - 05/03/1953)
  • Deputato del Soviet dell'Unione del Soviet Supremo dell'URSS
    (I, II e III Legislatura)
  • Commissario del Popolo per la Difesa dell'Unione Sovietica
    (19/07/1941 - 03/03/1947)
Partito politico

Iosif Vissarionovič Džugašvili, detto Stalin o Iosif Stalin (Gori, 18 dicembre 1878[1] – Mosca, 5 marzo 1953) è stato un rivoluzionario marxista-leninista, politico, poeta e militare sovietico di etnia et origini georgiane.

Tra i maggiori partecipi della Rivoluzione d’ottobre, Stalin ha guidato l’Unione Sovietica, ereditata dopo la morte di Lenin, sviluppandola dall’economia agraria che era, fino a portarla ad essere una superpotenza mondiale, dirigendo inoltre il Paese durante la Seconda Guerra Mondiale, conosciuta in Unione Sovietica come la Grande Guerra Patriottica, contro la Germania Nazionalsocialista di Adolf Hitler.

Stalin è una figura controversa nel clima politico odierno, poiché viene celebrato nei paesi orientali come un eroe rivoluzionario ma deriso nel mondo occidentale perché considerato un tiranno assetato di sangue a causa di decenni di propaganda anticomunista e di reinterpretazioni revisioniste in senso liberale del marxismo.

Etimologia

Il nome anagrafico di Stalin era Ioseb Besarionis Dze Jughašvili (in georgiano იოსებ ბესარიონის ძე ჯუღაშვილი), però avendo governato l'Unione Sovietica ed avendo effettuato attività rivoluzionaria prevalentemente tra russofoni il suo nome è stato anche russificato in Iosif Vissarionovič Džugašvili (scritto in cirillico Ио́сиф Виссарио́нович Джугашви́ли).

Durante la sua attività rivoluzionaria adottò due pseudonimi: Koba (traducibile come "Indomabile") e Stalin (In russo Ста́лин, traducibile come "Uomo d'Acciaio"). Nella maggior parte dei testi che parlano di lui viene menzionato come Iosif Stalin, nome che è stato anglicizzato dalla stampa dei paesi anglofoni in Joseph Stalin e tradotto anche dalla stampa di altri paesi come ad esempio la francofonizzazione in Joseph Staline, la teutofonizzazione Josef Stalin e l'italicizzazione di Giuseppe Stalin.

In Italia è noto anche come Baffone, nome affettuoso inizialmente utilizzato dalla comunità comunista partenopea durante la Seconda Guerra Mondiale nel motto Adda venì Baffone [2][3].

Biografia

Infanzia

Iosif Stalin nacque a Gori, in Georgia, allora sotto il dominio dell'Impero zarista russo, da Vissarion Džugašvili, un umile artigiano che successivamente svolse il mestiere da calzolaio presso una fabbrica di scarpe e da Ekaterina Geladze, figlia di contadini originari del villaggio di Gambarueli. Entrambi i genitori discendevano da servi della gleba di etnia georgiana.

Le fonti sulla sua data di nascita sono contrastanti, poiché nei registri della chiesa Uspenskij di Gori viene segnato il 6 dicembre 1878 del calendario giuliano (18 dicembre 1878 secondo il calendario gregoriano attuale), e viene segnata la stessa data di nascita pure sul certificato scolastico, in un rapporto della polizia russa, per l'arresto del 18 aprile 1902 e in altri documenti pre-rivoluzionari[4][5]. Secondo alcuni storici, Stalin avrebbe cambiato la data di nascita al 21 dicembre del 1879 in seguito alla Grande Rivoluzione Socialista d'Ottobre, data che viene segnata in numerose biografie del rivoluzionario georgiano.

Non si hanno molte informazioni sull'infanzia del giovane «Soso» (diminutivo in georgiano di Iosif), come veniva soprannominato allora Iosif Džugašvili, e spesso sono contrastanti. Si sa per certo che Stalin proveniva da un ceto popolare e di conseguenza la famiglia era molto umile a tal punto che i fratelli di Soso morirono in tenera età. In una intervista rilasciata nel 1931 allo scrittore tedesco Emil Ludwig, Stalin disse: «I miei genitori non avevano molta cultura, ma fecero molto per me», e disse anche che non subì maltrattamenti da parte dei genitori, affermando di essersi avvicinato al marxismo «soltanto perché ho constatato che i marxisti avevano ragione»[6]. Tuttavia alcuni «storici» occidentali, obbedienti ai diktat dogmatici della propaganda anticomunista, ipotizzano (sulla base di pura speculazione, una metodologia tutt'altro che storiografica) che l'infanzia di Stalin fu molto dura e che il padre fosse in realtà molto violento[7].

I genitori fecero di tutto per far sì che Stalin potesse iscriversi a scuola e studiare: Il padre fu costretto a trasferirsi a Tbilisi per lavorare presso un calzaturificio e poté tornare a Gori dalla moglie e dal figlio solo occasionalmente, mentre la madre lavorava come lavandaia, cuoca e sarta presso grandi famiglie che avevano possedimenti. Grazie ai loro sforzi, il giovane Soso fu iscritto nel 1888 alla scuola parrocchiale di Gori.

Il seminario teologico di Tbilisi

Dopo aver superato brillantemente gli esami nel 1894, Stalin proseguì gli studi superiori presso il Seminario Teologico di Tbilisi assieme all'amico d'infanzia Iremašvili. Il seminario era una scuola di formazione del clero particolarmente legata al regime zarista russo, ed infatti venne ricordato da Stalin e da altri suoi compagni di corso come un ambiente pieno di imposizioni spietate atte alla repressione della lingua georgiana e di chiunque avesse mosso una minima critica al regime zarista. Il seminario quindi bandiva alcuni classici russi come i libri di Dostoevskij, Tolstoj, Turghenev, ecc... ed al contempo anche la lingua georgiana fu bandita tanto che libri ed opuscoli scritti in georgiano o in altre lingue che non fossero il russo erano banditi[8].

Ciononostante, l'opposizione studentesca alle politiche clericali e zariste fu netta e generalizzata, e nell'ambiente del seminario teologico di Tbilisi proliferava una formazione rivoluzionaria clandestina per i movimenti nazionalisti e marxisti. Nel 1893, un anno prima che Stalin si iscrisse al Seminario Teologico di Tbilisi, gli studenti si organizzarono in una accesa protesta e chiedevano la fine del regime di delazione e di repressione, la rimozione degli insegnanti e dei dirigenti d'istituto più autoritari e l'introduzione dello studio della lingua georgiana tra le materie d'insegnamento. In tutta risposta la polizia represse la manifestazione e la scuola bandì diversi studenti dall'università ed alcuni di loro furono banditi pure da Tbilisi. Uno degli studenti banditi dalla città fu Lado Kestoveli, di cui Stalin nutrì una profonda stima. Lado Kestoveli continuò l'attività rivoluzionaria militando anche presso l'organizzazione "Messame Dessi" assieme a Stalin al suo rientro illegale a Tbilisi, inoltre allestì una tipografia a Baku che stampava l'Iskra fino al suo arresto nel 1902 ed alla sua morte per mano di una guardia carceraria avvenuta nell'agosto 1903.

Stalin, nonostante fosse uno dei migliori studenti del seminario, leggeva anche molti libri banditi dal seminario tra cui il romanzo Il Patricidio dello scrittore georgiano Aleksandr Kazbegi, a cui Stalin si ispirò per il soprannome Koba che era il nome del protagonista del romanzo[9]. Inoltre Stalin iniziò sin da subito a frequentare circoli marxisti ed a divulgare propaganda comunista nel seminario che gli costò l'espulsione nel 1899.

Stalin infatti si era iscritto alla branca georgiana/caucasica del Partito Operaio Socialdemocratico Russo già dal 1898, inoltre frequentava ed aderiva ad organizzazioni e collettivi marxisti come la già citata Organizzazione "Messame Dessi", frequentando e dialogando anche con gli operai delle officine ferroviarie di Tbilisi[10] e del calzaturificio dove lavorava il padre.

Le prime attività rivoluzionarie ed il primo arresto.

Stalin giocò un ruolo centrale nelle attività rivoluzionarie dei Bolscevichi, una fazione del Partito Operaio Socialdemocratico Russo (POSDR) guidato da Vladimir Lenin, prima e durante la Rivoluzione d'Ottobre.

Già nel 1898, Stalin conduce battaglie interne al movimento "Dessame Dessi", contro la maggioranza del movimento formata da opportunisti come Žordania e Džililadze, tuttavia, grazie anche al supporto di Ketskoveli e Tsulukidze, ricevette l'appoggio degli operai di Tbilisi, trionfando contro gli opportunisti nel 1900. Sempre nel 1900, Stalin organizzò la prima manifestazione del 1° maggio che portò in piazza a Tbilisi oltre un centinaio di operai[11]. L'attività svolta da Stalin si rivelò essere una spina nel fianco per il regime zarista e per le autorità del Caucaso, tanto che nel marzo 1901 gli agenti dell'Ochrana perquisirono l'appartamento di Stalin presso l'osservatorio fisico dove lavorava dal 1899 come calcolatore et osservatore[12]. Il primo maggio 1901 Stalin organizzò un altro corteo a Tbilisi, che iniziò dal Parco Vera ed ebbe un successo enorme, portando in piazza migliaia di manifestanti e venendo celebrato da Vladimir Lenin sull'Iskra[13].

Dal 1902 al 1917 Stalin verrà arrestato numerose volte a causa della repressione zarista delle sue attività rivoluzionarie. Il suo primo arresto avvenne il 6 aprile 1902 e fu detenuto nel carcere di Batumi, oggi nella regione georgiana dell'Agiaria. Nell'aprile 1903 fu spostato a Kutaisi. Nonostante fosse detenuto in carcere, Stalin ebbe modo di rimanere in contatto con altri militanti del POSDR e addirittura gestire il partito, scoprendo dal carcere che nel frattempo si è svolto il II Congresso del POSDR e che c'è stata una separazione netta tra Bolscevichi e Menscevichi, con Stalin che prese le posizioni dei Bolscevichi sin da subito. Per questa ragione, le autorità zariste pensavano bene di deportare Stalin in Siberia per tre anni, ma Stalin riuscì ad evadere il carcere nel 1904.

La fuga dal carcere e la Rivoluzione del 1905

Fuggito dal carcere, Stalin tornò a Tbilisi dove riuscì ad intensificare le sue attività rivoluzionarie lavorando principalmente tra Tbilisi, Batumi e Baku (oggi capitale dell'Azerbaigian), inoltre Stalin godeva di ottime capacità di organizzazione che gli permisero di formare i primi soviet degli operai e dei contadini nel Caucaso. Nel 1905 Stalin divenne direttore del periodico Notiziario dei lavoratori caucasici e pubblicò il suo primo saggio denominato A proposito dei dissensi nel partito, a dimostrazione che Stalin allora stava approfondendo la divisione tra i Bolscevichi ed i Menscevichi, le due principali fazioni del Partito Operaio Socialdemocratico Russo (POSDR)[14].

Mentre era in corso la Rivoluzione Russa del 1905, fu organizzato il Terzo Congresso del POSDR, dove i Bolscevichi invitarono i Menscevichi ma questi ultimi rifiutarono l'invito e si organizzarono in un'altra conferenza separata. Stalin ha avuto modo di tenersi informato sia sul congresso del POSDR che ha visto la partecipazione prevalentemente dei Bolscevichi e di altre fazioni minoritarie interne al partito, sia la conferenza dei Menscevichi, traendo la conclusione che entrambi hanno discusso gli stessi problemi ma sono giunti a conclusioni e soprattutto a linee tattiche diverse. Stalin descrisse e si pronunciò su queste divergenze tra le due fazioni, affermando che i Bolscevichi sostenevano che, nonostante quella in corso nel 1905 fosse una rivoluzione democratico-borghese, era tuttavia un evento che permetteva al proletariato di organizzarsi et elevarsi politicamente, acquistare l'esperienza e la pratica della direzione politica delle masse lavoratrici e passare dalla rivoluzione borghese alla rivoluzione socialista, inoltre l'opinione dei Bolscevichi era che la vittoria della rivoluzione era possibile soprattutto se il proletariato si coalizzava principalmente coi contadini. Al contrario i Menscevichi erano dell'idea che il capo della rivoluzione fosse la borghesia liberale e che il proletariato dovesse coalizzarsi con la borghesia[15]. Nell'Aprile 1905, durante la grande assemblea di Batumi, Stalin difese le decisioni prese dal congresso del POSDR e smontò le argomentazioni dei leader menscevichi locali Ramišvili e Arsenidze.

A fine novembre 1905 Stalin diresse la IV Conferenza bolscevica dell'Unione del Caucaso del POSDR, inoltre Stalin fu convocato anche alla partecipazione della Prima Conferenza panrussa dei bolscevichi tenutasi il 12 dicembre 1905 a Tampere in Finlandia. Lì Stalin ebbe occasione di incontrare per la prima volta Lenin. Nel 1906 Stalin ha avuto modo di partecipare anche al Quarto Congresso del POSDR, che siglò una riunificazione formale tra Bolscevichi e Menscevichi. Qui Stalin ebbe modo di tenere ben due discorsi[16][17]. Stalin fu eletto dagli operai bolscevichi del Caucaso e di conseguenza convocato a rappresentarli anche al Quinto Congresso del POSDR avvenuto nel 1907.

Le attività nel Caucaso ed il secondo arresto

Nel 1906 e nel 1907 nel Caucaso si formeranno numerosi sindacati come i sindacati degli operai, dei tipografi, dei lavoratori del commercio a Tbilisi ed il sindacato degli operai delle industrie petrolifere a Baku. Stalin si rivelerà una persona chiave per l'attività dei sindacati caucasici contribuendo in prima persona alla loro fondazione ed alla loro organizzazione, dimostrandosi ancora una volta un abile dirigente rivoluzionario legato alle masse popolari con un profondo legame. Stalin rafforzò inoltre la linea bolscevica all'interno del POSDR nel Caucaso.

Tornato nel Caucaso a seguito del V congresso del POSDR avvenuto a Londra nel 1907, Stalin rimase brevemente a Tbilisi per poi trasferirsi a Baku su ordine del Partito dove intensificò la sua attività editoriale (era il redattore del Bakinskij Rabočij) e svolse un'azione decisiva per l'affermazione del bolscevismo sul piano ideologico, politico e organizzativo, pubblicando gli esiti del congresso che furono favorevoli per i Bolscevichi. Stalin a Baku era anche molto attivo nel campo sindacale, dove guidò il locale sindacato degli operai ad una vittoria della lotta per il contratto collettivo contro gli industriali del settore[18].

Nel 1908 Stalin fu arrestato e detenuto in carcere a Baku rimanendo in contatto con il POSDR, con i sindacati e con i gruppi bolscevichi della futura capitale azera, continuando a scrivere articoli per il Bakinskij Rabočij e per altri giornali caucasici. Il 9 Novembre 1908 verrà condannato alla deportazione nel villaggio di Sol'vyčegodsk, oggi nell'oblast di Arcangelo, giungendo a destinazione solo a gennaio a causa di continui e fortissimi attacchi febbrili che lo tenevano ricoverato all'ospedale di Viatka. Stalin evade da Sol'vyčegodsk nel mese di giugno 1909 rientrando illeglamente a Baku, proseguendo la sua attività rivoluzionaria.

Al suo ennesimo rientro a Baku, Stalin notò una nuova crisi interna del POSDR segnata dall'azione dei Menscevichi che sabotavano il piano rivoluzionario del partito liquidando le conquiste rivoluzionarie ottenute nel 1905 avvicinandosi ad una coalizione con il partito dei "cadetti", che rappresentava la borghesia liberale. Al contempo nel POSDR era presente anche un' altra fazione denominata «Otzoviti», i quali sostenevano invece l'abbandono di tutte le attività legali del partito, l'abbandono della Duma e las riorganizzazione del partito tramite comitati clandestini. Stalin esprimerà una sua opinione sulla situazione del partito e tramite il Comitato di Baku del POSDR dà, il 2 agosto, il pieno appoggio a Lenin e alla maggioranza della redazione del "Proletari" che si era espressa per la condanna della linea e dell'operato degli otzovisti e per la loro esclusione dall'organizzazione bolscevica[19]. Nel settembre 1909 Stalin torna a Tbilisi per dirigere da lì la lotta del partito contro i liquidatori menscevichi almeno nel contesto caucasico.

Gli anni '10: Tra la libertà e il carcere

Il 23 marzo 1910 l'Ochrana arresta nuovamente Stalin imponendogli, oltre alla detenzione a Sol'vyčegodsk, anche la pena di interdizione nel Caucaso per cinque anni. Nonostante Stalin fosse sottoposto ad un regime di stretta sorveglianza, riuscì a rimanere in contatto con il Comitato Centrale del Partito, da cui era riuscito ed entrare in stretto contatto già negli anni precedenti. Nel giugno 1911 termina la detenzione e Stalin scelse Vologda come luogo di permanenza per il periodo di libertà vigilata, vivendoci per due mesi preparando il suo trasferimento a Pietrogrado, utilizzando documenti falsi. La permanenza a Pietrogrado di Stalin durerà solo due giorni, poiché fu subito riconosciuto e ricondotto a Vologda scontare la libertà vigilata. Ciò impedirà a Stalin la partecipazione ai lavori per la sesta conferenza del POSDR a Praga nel 1912.

Durante la VI Conferenza del POSDR, Lenin riuscì a cacciare i Menscevichi dal partito, segnando così la nascita del Partito Operaio Socialdemocratico Russo (bolscevico), anche se verrà fondato ufficialmente nel 1917. Sempre durante la conferenza, Lenin nominò Stalin come membro del Comitato Centrale del partito.

Stalin verrà arrestato nuovamente nel 1912, in concomitanza con l'uscita del primo numero della Pravda. Fu esiliato a Narym, in Siberia (oggi nell'Oblast' di Tomsk). Stalin riuscirà comunque ad evadere da Narym ed a ritornare a Pietrogrado, dove si occuperà della lotta al menscevismo, della direzione della "Pravda", del coordinamento e dello sviluppo del lavoro e del legame politico tra tutte le organizzazioni del partito nelle varie regioni, oltre anche all' impostazione della campagna in vista delle elezioni della IV Duma di Stato[20]. Tra le varie cose, Stalin fu nominato presidente del Politburo.

Tra il 1912 ed il 1913 Stalin girerà tra Mosca, Pietrogrado e Cracovia, (allora nell'Impero Austro-Ungarico, dove risiedevano i membri del Comitato Centrale in esilio) per seguire alcuni lavori del Comitato Centrale come prendere delle contromisure per alcuni sabotaggi del partito di matrice menscevica. Nel 1913 Stalin è a Vienna per seguire direttamente il lavoro di pubblicazione e di diffusione del "Comunicato", scritto da Lenin, e delle risoluzioni del CC. Sempre a Vienna, Stalin scrisse Il marxismo e la questione nazionale, uno dei più importanti libri bolscevichi che Lenin stesso ha apprezzato et approvato e che trattava tutti gli aspetti connessi al problema delle nazionalità[21]. Fu qui che decise di adottare ufficialmente il soprannome di «Stalin», che significa Acciaio

Rientrato a Pietrogrado, Stalin fu nuovamente arrestato nel febbraio 1913 e deportato in Siberia. Inizialmente fu deportato nel villaggio di Kostino, nel distretto di Turuchansk. A Turuchansk, Stalin conviveva con Sverdlov, anch'egli esiliato bolscevico. Nel marzo 1914, per evitare l'ennesima evasione di Stalin, fu trasferito a Kureika, nel Circolo Polare Artico, oggi nel Territorio di Krasnojarsk. A Kureika, Stalin era quasi completamente isolato dal resto del mondo e non ebbe alcun modo di effettuare attività politica se non organizzando riunioni con altri esiliati politici nei villaggi vicini. Anche la vita quotidiana era difficile, a causa dell'assenza di risorse materiali e dell'impossibilità di leggere giornali o ascoltare musica. Ciononostante, Stalin venne a sapere qui dello scoppio della Prima Guerra Mondiale ed un'esiliata ha ricordato che Stalin divulgava tra gli altri esiliati il suo pensiero contrario all'autocrazia zarista[22]. Nel 1916 Stalin fu chiamato alle armi e portato a Krasnojarsk, tuttavia Stalin fu risultato non idoneo a causa di una semirigidità al braccio sinistro, e fu così trasferito ad Ačinsk per scontare la fine della sua prigionia.

Ad Ačinsk Stalin venne a sapere della Rivoluzione di Febbraio e fu successivamente liberato assieme ad altri esiliati che poterono così tornare nelle principali città russe.

Il 1917 a Pietrogrado: Verso la rivoluzione

A seguito della Rivoluzione di Febbraio, Stalin fu liberato ed il rivoluzionario sovietico poté tornare a vivere alla capitale, Pietrogrado. Qui Stalin verrà ospitato da Sergej Alliluev, che Stalin conosceva sin dai tempi del seminario teologico di Tbilisi (allora Alliluev era un ferroviere). Appena tornato a Pietrogrado, Stalin entrò nella redazione della Pravda, dove vi scrisse e pubblicò gli articoli Sui soviet dei deputati degli operai e dei soldati e Sulla guerra, dove analizzava la situazione politica che si era creata con la Rivoluzione di Febbraio ed indicava i compiti che i bolscevichi dovevano svolgere in quel periodo storico[23][24].

Il 18 marzo Comitato Centrale del POSDR(b) nomina Stalin come membro del Comitato Esecutivo del Soviet di Pietrogrado. Il 3 aprile una folla di operai guidati da Stalin accolgono Lenin al suo rientro dall'esilio presso la stazione Finlandia di Pietrogrado. Collaborò strettamente con Lenin condividendo le Tesi d'Aprile e diventando uno dei più importanti dirigenti della rivoluzione, segnando un ruolo cruciale per la Grande Rivoluzione Socialista d'Ottobre. Stalin ricorderà con affetto questo periodo storico, affermando nel 1926 di aver ricevuto il suo «terzo battesimo di combattente rivoluzionario»[25].

La Grande Rivoluzione Socialista d'Ottobre

A causa della forte repressione antibolscevica da parte del governo provvisorio borghese che avvenne nell'estate del 1917, il VI Congresso del POSDR(b) si tenne in segreto tra luglio e agosto. Durante il congresso, Stalin assunse un ruolo centrale nella guida delle deliberazioni e nell'elaborazione della tattica rivoluzionaria che si sarebbe rivelata decisiva per il trionfo dei bolscevichi. Fu Stalin a gestire il congresso a causa dell'assenza di Lenin dovuta all'auto-esilio che Lenin svolse a causa della repressione.

Uno dei temi principali discussi nel congresso fu l'inevitabilità dello scontro finale tra la rivoluzione e le forze controrivoluzionarie rappresentate dal governo provvisorio e dagli elementi borghesi et imperialisti. Stalin, in linea con il pensiero di Lenin, sostenne che la Russia si trovava di fronte a due vie: una, quella della continuazione della guerra e del dominio borghese; l'altra, quella della rivoluzione proletaria che avrebbe abbattuto le strutture di potere esistenti, portando il controllo politico nelle mani della classe operaia e dei contadini poveri. Il congresso deliberò la necessità di un cambiamento nella strategia bolscevica, abbandonando l’idea del passaggio pacifico del potere ai Soviet. Stalin sostenne che la dittatura della borghesia imperialistica e del governo provvisorio richiedeva un abbattimento violento per permettere la transizione del potere alla classe operaia. Con questo cambio di tattica, il partito si preparò quindi per uno scontro armato, con un consenso crescente tra operai, soldati e contadini. Stalin rispose ai delegati congressuali sulla necessità di un’organizzazione di lotta rivoluzionaria distinta, non limitata ai Soviet, ma orientata al controllo diretto del potere da parte dei lavoratori.

Stalin svolse un ruolo decisivo nel preparare il partito a gestire i tentativi controrivoluzionari, come dimostrato nel periodo immediatamente successivo al congresso, quando il generale Kornilov tentò un colpo di Stato per rovesciare il governo provvisorio e instaurare una dittatura militare. Stalin, attraverso i suoi articoli sui giornali bolscevichi come il Raboči" ed il Raboči put', denunciò il complotto e fornì indicazioni su come respingere la minaccia controrivoluzionaria. L’attività di Stalin fu anche cruciale all’interno dei Soviet, dove il suo lavoro contribuì a consolidare l’influenza bolscevica. Nelle discussioni interne al partito, Stalin fu un forte sostenitore della linea di Lenin, opponendosi a figure come Kamenev e Zinovjev, che erano scettici sulla tempestività dell'insurrezione. Il Comitato centrale bolscevico, sotto la guida di Stalin e Lenin, decise di procedere con l’insurrezione armata, senza attendere l’apertura del II Congresso dei Soviet, come proposto da Trotskij.

La data dell’insurrezione fu anticipata per contrastare le mosse del governo provvisorio, che stava pianificando una repressione. Nella notte tra il 24 e il 25 ottobre 1917 (6-7 novembre, secondo il calendario gregoriano), l’insurrezione ebbe inizio a Pietrogrado, e Stalin giocò un ruolo chiave nel coordinamento delle operazioni, insieme a Lenin e ad altri leader bolscevichi. La vittoria fu rapida e il 25 ottobre il II Congresso dei Soviet proclamò la presa del potere da parte dei bolscevichi, seguito dalla promulgazione dei decreti sulla pace e sulla terra.

Bibliografia

Note

    1. In Georgia il calendario gregoriano è stato adottato solo nel 1914, di conseguenza la data di nascita di Stalin scritta qua sopra è stata scritta secondo il calendario gregoriano, calcolando invece la data di nascita di Stalin secondo il calendario giuliano, Stalin sarebbe nato il 6 dicembre 1878.
    2. Curiosità: 'Adda venì Baffone', le origini del motto partenopeo - noicambiamo.it
    3. "Adda venì Baffone" ma a chi si riferivano i napoletani? - Storie di Napoli
    4. certificato di nascita di Stalin - Wikipedia commons
    5. Biografia di Stalin su State and Power
    6. Henri Barbusse, Stalin, Universale economica, pag. 18
    7. Veronique Chalmet, L'infanzia dei dittatori.
    8. M. Hyde, Stalin (pp. 8-9)
    9. Young Stalin, page 63
    10. Iosif Stalin: Opere complete, Ed. Rinascita, vol. VIII, pp. 216-217
    11. Sergei Alliluev, Memorie
    12. stalin-irk.narod.ru, http://stalin-irk.narod.ru/index.files/STALIN_1/Stalin_5/I_Stalin/stalin.html
    13. Iskra n.6 - luglio 1901
    14. Iosif Stalin (1905): A proposito dei dissensi nel partito
    15. Iosif Stalin: Storia del Partito Comunista (bolscevico) dell'URSS
    16. Iosif Stalin: Opere complete, Ed. Rinascita, vol. I pp.273-274
    17. Iosif Stalin: Opere complete, Ed. Rinascita, vol. I pag.276
    18. Iosif Stalin: Opere complete, Ed. Rinascita, vol. VIII, pp. 217-218
    19. Iosif Stalin: Opere complete, Ed. Rinascita, vol. II, pp. 167-168 e 171-175
    20. Iosif Stalin: Opere complete, Ed. Rinascita, Vol. II, pp. 271-272
    21. Iosif Stalin (1913): Il Marxismo e la questione nazionale - Resistenze.org
    22. E. Ludwig, Stalin, Mondadori, 1946, pag. 46
    23. Iosif Stalin (1917): Sui soviet dei deputati degli operai e dei soldati - Marxist Internet Archive (in inglese)
    24. Iosif Stalin (1917): Sulla guerra - Marxist Internet Archive (in inglese)
    25. Iosif Stalin (1926): Risposta al saluto degli operai delle Officine ferroviarie di Tiflis - Marxist Internet Archive (in inglese)