Circonvenzione d'incapace
La circonvenzione d'incapace è un reato che consiste nel manipolare, ingannare o approfittarsi di una persona che si trova in una condizione di vulnerabilità mentale, fisica o emotiva, al fine di ottenere un vantaggio ingiusto. Nella Repubblica Italiana, questo reato è disciplinato dall'articolo 643 del Codice Penale, che prevede pene severe per chiunque, abusando dello stato di infermità o deficienza psichica di una persona, la induca a compiere atti che comportano un danno patrimoniale per sé o per altri.
Perché si configuri il reato di circonvenzione d'incapace, devono essere presenti due elementi principali: la condizione di incapacità o vulnerabilità della vittima e l'intenzione del colpevole di sfruttare tale condizione per trarne un beneficio. La vittima può essere una persona anziana, un soggetto con disabilità mentale, una persona affetta da una malattia grave o temporaneamente incapace di intendere e volere a causa di uno stato emotivo alterato.
Le conseguenze di questo reato sono spesso gravi, poiché possono portare la vittima a subire perdite finanziarie significative, cedere proprietà, firmare contratti sfavorevoli o privarsi di beni necessari per il proprio sostentamento. Oltre alle conseguenze materiali, la circonvenzione d'incapace può avere effetti emotivi devastanti sulla vittima, aggravando ulteriormente la sua condizione di vulnerabilità.
La legislatura ha introdotto norme specifiche per tutelare queste persone e punire severamente chiunque tenti di approfittarsi della loro condizione. La legge prevede pene che vanno dalla reclusione fino a sei anni, a seconda della gravità del reato e delle circostanze aggravanti, come il danno patrimoniale o l’abuso di fiducia o autorità.